Sarà che la data del 25 aprile coincide con un periodo di intensa pollinosi sta di fatto che, ogni anno, puntualmente in coincidenza con questo importante appuntamento alcuni alti rappresentanti della destra italiana sono sempre impegnati in altre faccende. Il Presidente in pectore Silvio Berlusconi non trova di meglio che confortare il senatore Ciarrapico, Alemanno va a ricordare il carabiniere Salvo D'Acquisto, il sindaco di Milano Moratti è assente, il senatore Dell' Utri ha dichiarato trionfale, i libri di storia saranno «revisionati». Sempre il senatore Dell’Utri, agguerrito e instancabile definisce il 25 Aprile, «simbolo di tutte le menzogne». Luca Romagnoli, segretario del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, dice che il 25 Aprile non c'è niente da festeggiare perché si tratta di una «tragica e francamente poco edificante pagina della nostra storia”.

Ma Fini non aveva definito il fascismo “ male assoluto” . E se era un male assoluto era giusto abbatterlo ed è giusto ogni anno, per le giovani generazioni, ricordare il 25 aprile come data storica di liberazione dal “ male assoluto” . Il 25 Aprile dovrebbe essere considerato da tutti, destra e sinistra, come data di rinascita, di ritorno alla vita per noi italiani. Che siano state commessi delitti, dagli antifascisti, dopo e durante il ventennio fascista è sicuramente possibile e deprecabile. Non possiamo dimenticare che gli italiani hanno subito la dittatura fascista, in tutti i suoi aspetti, per un ventennio. E’ da condannare anche la dittatura comunista, ma bisogna essere onesti con se stessi. Gli italiani hanno sofferto la dittatura fascista, questa noi possiamo e dobbiamo ricordare. In Russia e nei paesi dell’est europeo è giusto ricordare la dittatura comunista. Al presidente Berlusconi consiglierei di regalare, il “libro nero del comunismo", pubblicato negli Oscar Mondadori, al Presidente Vladimir Putin. Lo gradirà moltissimo. Se poi vogliamo ricordare i tanti morti, i giovani di Salò che abbracciarono il fascismo lo possiamo e dobbiamo fare tutti. Ma per tutti questi c’è una data ed è il giorno della commemorazione dei defunti, il 2 di novembre. Ancora più deprecabile è l’usare la data del 25 aprile per altre ricorrenze e ciò viene fatto con coscienza e in dispregio ad una nobile causa. Se poi la destra soffre perché il 25 aprile lo pensa come il giorno della “morte del fascismo” allora le abiure pubbliche e i viaggi in Israele sono solo esternazioni di facciata e perdono il loro valore. Una destra a corrente alternata non serve all’Italia post fascista.

Concludo con le parole del Presidente Giorgio Napolitano che ricorda quanto «sia importante che gli italiani mantengano costantemente viva la memoria e consapevole la coscienza delle diverse tappe e componenti del processo di maturazione e di lotta che ha condotto il nostro paese alla Liberazione»

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