di Gioacchino Tiralongo
La questione meridionale che da un secolo aleggia irrisolta, è fatta anche di valigie, prima di cartone e oggi Carpisa, A. Martini etc. Ma non cambia!
La gente va via per cercare lavoro. Negli anni 50 si andava in Venezuela e negli U.S.A, poi i “terroni” occuparono Milano, Torino e la padania tutta.
Da un bellissimo articolo di Caporale su Repubblica di oggi, apprendo l'esistenza di un sub-emendamento (il 37.2) che sancisce un criterio per la scelte dei candidati nei concorsi.
Il criterio della “territorialità” che "costituisce titolo preferenziale la residenza nelle regioni per i posti ivi banditi".
La cosa tragica di questo emendamento firmato dai deputati leghisti (onorevoli Caparini, Fedriga, Munerato, Bonino) è la seguente norma: "
I bandi stabiliscono che nella formazione delle graduatorie non si tenga conto del punteggio del titolo di studio".
Proprio così: un asinello e un cervellone pari sono. Fa premio l'anagrafe, il certificato di residenza.
Quindi se sei di Avola e hai un pezzo di carta 110 e lode ma il concorso è a Torino vincerà il torinese che magari ha preso 92/110, sa fare la bagnacauda e gli fa schifo la pasta con le sarde.
Considerando che il lavoro sta più al nord che a sud concluderei citando Antonio Albanese che ad uno dei suoi personaggi faceva dire “
se ti chiami Salvatore non ti danno mica lavoro al nord”!
W la meritocrazia prematurata, come se fosse antani, con lo scapp...to a destra.
Gioacchino Tiralongo
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