Il procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone ha formulato la richiesta di pena a otto anni di carcere per Salvatore Cuffaro, il governatore è imputato di favoreggiamento a Cosa Nostra e rivelazione di notizie riservate nel processo alle cosiddette “talpe della Dda” Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Il processo riguarda infatti l'accusa di rivelazione di segreto e favoreggiamento nei confronti di Cosa Nostra e non il concorso esterno in associazione mafiosa, accusa archiviata dalla procura sotto la direzione di Piero Grasso ma poi riformulata nel maggio scorso dopo l'arrivo a Palermo del procuratore capo Francesco Messineo. Il pm ha affermato: "Svelati aspetti vitali di Cosa Nostra" Questo processo ha svelato alcuni aspetti strategici e vitali per Cosa nostra, facendo emergere il coacervo di interessi illeciti che hanno accomunato mafiosi, imprenditori, professionisti ed esponenti delle istituzioni, compresi rappresentanti politici". .

A conclusione della requisitoria nel processo sono imputati, tra gli altri l'imprenditore della sanità Michele Aiello, accusato di associazione mafiosa, chiesti un anno e 4 mesi con le generiche; e il maresciallo del Ros Giorgio Riolo, accusato di concorso in associazione mafiosa, chiesti nove anni; per il radiologo Aldo Carcione, imputato di concorso in rivelazioni di segreto d'ufficio, chiesti 5 anni; per Giuseppa Buttitta, ex assistente del pm Nico Gozzo, accusata di accesso abusivo al sistema inforntico della procura e rivelazione di segreto d'ufficio chiesti 4 anni e mezzo; per l'ex Udc Roberto Rotondo, uno dei più stretti collaboratori di Aiello, per il funzionario di Polizia Giacomo Venezia, accusato di falso e abuso d'ufficio chiesta la pena a 3 anni e sei mesi; per Michele Giambruno, accusato di assciazione a delinquere e truffa chiesti 5 anni e 1.000 euro di multa; per Domenico Oliveri, accusato di associazione a delinquere e truffa, chiesti 4 anni e mezzo e 1.000 euro di multa; per Salvatore Prestigiacomo, accusato di corruzione chiesti nove mesi di carcere; per Adriana La Barbera, accusata di corruzione, chiesti due anni di pena; per Angelo Calaciura, accusato di corruzione chiesti due anni e per Lorenzo Ianni', accusato di associazione a delinquere e truffa chiesto 5 anni e 1.000 euro di multa; Infine, per la società "Diagnostica per Immagini" di Aiello chiesto il pagamento di 1.549.000 euro di multa, mentre all'altra società di Aiello, "Atm Alte tecnologie medicali", è stato chiesta una multa di un milione.

In aula al fianco di Prestipino, c'è il collega Maurizio De Lucia, anche lui rappresentante della pubblica accusa. "Per noi Aiello ha fruito dell'appoggio determinante di Cosa nostra - ha detto il pm Prestipino - con la quale è entrato in un rapporto di reciproco scambio di utilità, che si concretizza in quel patto di protezione che attribuisce all'imprenditore vantaggi altrimenti non conseguibili".

Il presidente della terza sezione del Tribunale non ha ritenuto 'opportuna la sospensione del processo', in seguito all'istanza di remissione per 'legitima suspicione' depositata dai difensori di Salvatore Cuffaro. Ha trasmesso 'con urgenza' l'istanza alla Cassazione, che dovrà decidere se trasferire il processo ad un altro giudice.

In serata è arrivata la replica, stringata, di Cuffaro: «Ho appreso delle richieste formulate dai pubblici ministeri con amarezza, sentimento accresciuto dall'intima consapevolezza che mai mi ha abbandonato in questi anni, di non avere mai posto in essere condotte tese a favorire la mafia». Al presidente della Regione sono arrivati diversi attestati di solidarietà, tra cui il più significativo è quello del capo della Cdl, Silvio Berlusconi. «Confermo con forza la mia solidarietà al presidente della Regione Sicilia, on. Salvatore Cuffaro - è il commento del Cavaliere -. La stima che nutro nella sua intelligenza mi fa escludere in maniera assoluta che egli possa essere coinvolto in quelle vicende in cui si pretende di coinvolgerlo».

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