di Giovanni Mazzone

Apprezzo e condivido la sete di informazione che è emersa nella città ed in questo Bolg sull'iniziativa dell'Amministrazione Comunale di autorizzare l'istallazione di impianti eolici nelle nostre montagne, anche se, probabilmente, il Blog non è la sede più opportuna per analizzare dati tecnico-scientifici che, comunque, solo l'amministrazione attiva possiede o dovrebbe possedere.

Forse le critiche mosse al consigliere Calvo, circa la mancata divulgazione dei dati tecnico-scientifici, andrebbero rivolte a chi detiene dette informazioni e non le divulgate, e non certamente a chi, dai banchi dell'opposizione, non solo non possiede i richiesti dettagli tecnici dell'iniziativa, ma è stato il primo a chiedere dette notizie e documenti all'amministrazione attiva e ha avuto il merito di avviare pubblicamente il dibattito su un'iniziativa indubbiamente rilevante ed inspiegabilmente sottaciuta alla città.

Infatti, la prima obiezione sollevata da Calvo nella stampa, nel Blog e nella mozione consiliare era relativa al metodo utilizzato dalla Giunta che, su una questione strategica per il futuro del nostro territorio e per le relative politiche di sviluppo turistico ed economico, aveva deliberato senza il coinvolgimento democratico, e quindi informato, dell'intera città o quanto meno dei suoi rappresentanti in consiglio comunale.

Nel merito, nell'attesa di ricevere dal Comune la documentazione tecnica che ci si riserva di portare a conoscenza della città in una pubblica assemblea, sintetizzo la linea politica di AN sul punto: siamo favorevoli ad ogni forma di sostegno ed incoraggiamento alla realizzazione ed allo sviluppo delle c.d. fonti energetiche alternative (fotovoltaioco, eolico, ecc.), purché il loro impatto sull'ambiente e sul paesaggio sia compatibile con la naturale vocazione turistica del nostro territorio; quest'ultimo, con le sue aree naturalistiche e le aree marine, insieme al grande patrimonio storico-culturale, è il bene principale che abbiamo ereditato dai nostri padri, anche se in gran parte purtroppo già deturpato, e questo è il bene principale che abbiamo il dovere di tutelare per i nostri figli, non in un'ottica meramente contemplativa, ma in termini di attivo sviluppo delle compatibili politiche turistiche.

Il nostro timore è che il modesto vantaggio economico dell'iniziativa per la città (circa 200.000 euro l'anno) possa provocare danni irreversibili ai beni paesaggistici e, conseguentemente, al turismo della nostra zona.

Ecco perché condividiamo anche le preoccupazioni della città di Noto.
Il nostro turismo si avvantaggia anche dell'indubbia attrattiva internazionale rappresentata dal patrimonio storico-culturale proprio della città netina patrimonio UNESCO.

Dobbiamo convincerci che se danneggiamo Noto, indirettamente danneggiamo anche Avola.

Le ferite inguaribili inferte al territorio sul finire degli anni '60 e negli anni '70, rappresentate dal polo petrol-chimico della zona nord e dal diffuso abusivismo edilizio in tutta la provincia, con grave compromissione di gran parte delle coste, non possono essere oggi motivo di ulteriore danneggiamento del nostro patrimonio paesaggistico.

Anzi, dagli errori dei nostri padri dobbiamo trarre lezione e stimolo per meglio tutelare l'importante patrimonio residuo.

Così come viziante appare la questione dello scarico dei reflui depurati del Comune di Noto.

Se riceviamo un danno non possiamo reagire provocandone un altro.

Dobbiamo invece pretendere che venga realizzata una condotta marina di allontanamento dei reflui, così come sta facendo il Comune di Avola per i propri reflui fognari.

Probabilmente è una questione di sensibilità culturale che, speriamo, possa accrescrersi sempre di più anche a seguito dell'odierno dibattito avviato nella città, sulla questione, dai consiglieri Calvo e Baccio che ringrazio per l'impegno e la passione disinteressata profusa nell'interesse della collettività.

I giudizi fortemente preoccupati espressi dagli esperti, come il Sovrintendente Arch. Muti, o dai politici da sempre fortemente impegnati sui temi ecologici, come gli On.li Bono, Granata e Vinciullo, strenui oppositori del progetto di ricerca di idrocarburi nel sottosuolo della Val di Noto, mi confortano.

Mi stranizza, e mi preoccupa, l'assordante silenzio mantenuto sulla questione dei movimenti ecologisti, o dei partiti di sinistra che, fino a qualche anno fa, hanno invece dimostrato particolare sensibilità verso i temi ambientalisti.

Sarà forse un segno dei tempi?
E in quale direzione vanno questi tempi?
Le idee ed i principi ispiratori di un partito vanno difesi sempre o solo se non toccano gli interessi o le poltrone delle persone vicine?

Avv.
Giovanni Mazzone
Presidente del circolo di Avola
di Alleanza Nazionale

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di Alessio Grande

Il 6 febbraio una sentenza della Corte costituzionale ha stabilito che le sentenze definitive valgono come prova nei processi in corso.

Il giorno successivo, il 7 febbraio, nel ddl Alfano sulla giustizia il governo ha inserito un articolo di poche righe nel quale si stabilisce l’esatto contrario, demolendo una decisione della suprema Corte: il che è incostituzionale.

In pratica, se l’imputato Mario Rossi viene condannato definitivamente dalla Cassazione per esser stato corrotto dall’imputato Mario Bianchi (quest’ultimo temporaneamente non processabile), tale sentenza non varrà più come prova al processo che prima o poi sarà celebrato anche a carico del presunto corruttore Bianchi, nonostante vi sia un reato accertato e definitivo (d’altro canto, poiché si tratta di reato di corruzione che in genere si fa in due, sarebbe facilissimo giudicare Bianchi per corruzione di Rossi); in sostanza, dovranno essere richiamati tutti i testi del processo concluso e dimostrare nuovamente il reato.

Un trucchetto geniale per allungare ulteriormente i tempi dei processi, con buona pace della lentezza della giustizia.

Ecco, sostituite i nomi di Rossi e Bianchi con quelli di Mills e Berlusconi, ma solo per fare una prova, e non fate troppo caso al fatto che fra 4 giorni il processo a carico dell’avvocato inglese arriverà a sentenza: è solo una coincidenza!

Alessio Grande

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