di Lauretta Rinauro
Dopo il terremoto in Giappone, che ha generato l’ennesima devastazione per mano dell’incontrollabile natura, adesso razzia, morte e distruzione sono arrivate a pochi chilometri dalla nostra terra, per mano dell’uomo.
Sento molto vicina questa guerra e percepisco vicina anche la tristezza ed il dolore che questa popolazione sta vivendo. Mi chiedo perché tanto odio. Nulla è prevedibile.
Mi sento piccolissima ed impotente spettatrice e questa cosa mi fa soffrire. Penso tanto a tutti quei ragazzi e a quegli uomini, che saranno impegnati in questa ennesima inutile massacrante guerra.
Credo che un po’ di paura e di ansia ci sia in tutti noi. Ho tanto desiderio di impegnarmi per fare qualcosa di buono, nel mio piccolo, di dare un contributo positivo; ma mi chiedo, cosa posso fare io, piccola insignificante persona, di fronte a così tanto odio? Mi chiedo ancora perché per così tanto tempo il mondo, i potenti, quelli che possono, sono rimasti inerti? Abbiamo visto morire persone, abbiamo assistito a strazianti richieste d’aiuto, visto affondare barconi… ma nessuno ha fatto nulla. Guardo Lampedusa, quello che le sta succedendo e mi chiedo: ma noi siciliani siamo davvero italiani? Abbiamo festeggiato l’unità d’Italia, per la cui realizzazione tanti siciliani hanno perso la vita, ma siamo davvero parte di questa nazione?
Se paradossalmente nella situazione di Lampedusa si fosse trovata una città o un paese del nord, credete che il governo sarebbe rimasto così indifferente, sino ad arrivare ad una situazione così pericolosa e precaria, soprattutto dal punto di vista igienico-sanitario?
Io non credo. A distanza di 150 anni esistono ancora due regni. Noi la differenza la conosciamo bene, viviamo in quello retrogrado e che nessuno considera, ma che, credo, abbia tanto desiderio di rivincita, perché stanco di restare ai margini.
Con la speranza di un futuro migliore per tutti,
Lauretta Rinauro