Il Comitato per il diritto alla salute della zona sud esprime innanzitutto solidarietà a don Giovanni Caruso, suo membro sempre attivo e autorevole, e non replica alle pesanti critiche a lui rivolte..

Ritiene poi che incentrare la campagna elettorale sulla vicenda dell’ospedale è un modo alquanto scontato di costruirsi un nemico da presentare all’elettorato per sollecitarne la pancia e istigarlo contro qualcuno, sperando di ottenere così il consenso dei cittadini.

Purtroppo la questione della sanità nella zona sud è stata mal gestita dal sindaco di Noto uscente che ne è rimasto scottato, vedi le infuocate accuse dei suoi concorrenti, dei quali, chi sarà eletto, potrebbe prendersi la stessa scottatura. E ne spieghiamo il perché. Vogliamo, in poche righe, ripercorrere il tormentato iter della vicenda, a beneficio di quanti, solo adesso, si stiano interessando alla questione.

Nel 2002, in ottemperanza a criteri di economicità e di maggiore qualità del servizio sanitario fu stabilita l’eliminazione dei reparti doppioni presenti nei due ospedali di Avola e Noto (con lo spostamento di alcuni reparti a Noto), e la promessa dell’istituzione ad Avola della Cardiologia, UTIC e Rianimazione; nuovi reparti mancanti allora nella zona sud ed indispensabili per un territorio vasto e altamente popolato.

Nel 2004, poiché gli impegni assunti tardavano ad essere mantenuti, si costituì ad Avola un Comitato che sollecitasse il rispetto delle promesse. Infatti furono invitati rappresentanti dei vari comuni della zona sud a far parte del comitato. I rappresentanti di Noto venuti per ben due incontri, si sono defilati poi, ritenendo che la vertenza non “riguardasse” Noto, perché ritenevano erroneamente che loro “avessero già avuto” (come se Cardiologia, UTIC e la Rianimazione non fossero a beneficio anche dei netini).
Intanto il Comitato ha continuato a battersi affinché la sanità della zona sud venisse dotata dei servizi salvavita indispensabili, oggi in parte istituiti.

Nel momento in cui le autorità competenti (in ottemperanza della riforma sanitaria del 2009) hanno dovuto rivedere alcune scelte tampone che erano state fatte, è iniziata una campagna di contrasto da parte del sindaco di Noto che prima aveva anche preso parte a iniziative congiunte dei due comuni.

Questo atteggiamento ostile del sindaco di Noto, da una parte ha ritardato gravemente l’attuazione del piano di rifunzionalizzazione, dall’altra ha fatto defilare la politica che si è resa conto giustamente dell’insostenibilità di una campagna campanilistica, ma soprattutto, ha chiamato in campo i tecnici, cioè coloro che hanno le competenze per dirimere la questione che, non è di assegnare a questo o a quel comune un ospedale, ma di individuale una ridistribuzione territoriale di tutti i reparti che rispondesse a criteri razionali e logistici di qualità ed efficienza.

Questo puntare i piedi del sindaco di Noto ha fatto sì che, grazie alle sue sollecitazioni, si arrivasse a tre gradi di giudizio il cui esito oggi è chiaro a tutti.

Ci auguriamo a questo punto che la sanità nella zona sud si metta a funzionare a pieno ritmo e raggiunga l’eccellenza. Nessun ospedale chiuderà; ad Avola e a Noto (si tranquillizzino i Netini) rimarranno due strutture ugualmente di qualità con funzioni complementari a servizio della zona sud.

La campagna elettorale a Noto avrà certamente altre priorità di cui occuparsi.

Il Comitato per il diritto alla salute della zona sud di Siracusa,
Avola 24 marzo 2011

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di Maria Grazia Caruso

La Riforma elettorale, approvata mercoledì scorso dall’Assemblea Regionale Siciliana, ha visto la protesta delle donne, indignate per la bocciatura, a votazione segreta, dell’articolo che prevedeva una corsia preferenziale alle donne candidate. Si vuole mantenere e conservare la casta maschile, barricata nei palazzi del potere; si vuole mantenere il dominio maschile istituzionale.

E’ vergognoso quello che si è consumato mercoledì a Sala d’Ercole, a dimostrazione del fatto che a destra, al centro, come a sinistra, si ha paura di perdere postazioni consolidate nel tempo, a favore di una democrazia che per essere compiutamente tale, ha bisogno di più pluralismo e, allo stesso tempo, di più equilibrio e giustizia, con la presenza di più donne nei Consigli comunali e provinciali della Sicilia.

Ma le associazioni e le donne tutte non ci fermeremo; continueremo a sensibilizzare l’elettorato femminile e a sollecitare un numero sempre maggiore di donne a scendere in campo. Il Presidente della Regione siciliana, on. Lombardo, si era detto favorevole alla norma. Ma la vigliaccheria di chi si è voluto nascondere dietro al voto segreto la dice lunga sulla mentalità e sul sistema politico siciliano e italiano, che vede le donne penalizzate.

Che ben vengano, allora, in modo continuo e martellante, le manifestazioni dei comitati “Se non ora, quando?” e di tutte le associazioni e movimenti politici femminili, per riprenderci ciò che miseramente e vigliaccamente qualcuno vuole toglierci, cioè il diritto di rappresentanza di un elettorato che, oltretutto, è numericamente superiore.

Ringrazio, a nome delle donne avolesi, le Parlamentari siciliane, che si sono battute in modo trasversale; ringrazio Giulia Adamo dell’UDC, Marianna Caronia del PID, Concetta Raia del PD e tutte le donne dei sindacati.

Maria Grazia Caruso

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Stasera, venerdì, ore 19.00 presso il centro giovanile di Viale Mattarella si svolgerà un Consiglio Comunale aperto sull'ospedale.

A breve le news sull'incontro (aperto).

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