di Salvo Rametta

In Sicilia è indispensabile?

In questi giorni è tornato d’attualità il tema del Nucleare in Italia. Le notizie drammatiche che giungono dal Giappone e qualche dichiarazione, poco felice, dei nostri Ministri, hanno rimesso in discussione l’indirizzo già intrapreso decisamente dai nostri governanti.

Sull’opportunità o meno di costruire nuove centrali nucleari in Italia, in TV e sui giornali, si è detto e scritto parecchio; io, in questa mia breve nota, vorrei soffermarmi su alcune considerazioni che mi spingono a sostenere le tesi di Lombardo, secondo le quale è insensato pensare di costruire centrali nucleari in Sicilia. E vorrei approfondire l’argomento su un piano strettamente tecnico, non per sottrarmi al dibattito politico ma per mettere in campo dati quanto più oggettivi.

Tengo a sottolineare che il mio intervento non è una difesa preventiva del territorio, ma una risposta a chi, lo stesso giorno in cui in Italia si è ricominciato a parlare di nucleare, ha indicato la Sicilia come terra predestinata ad accogliere una o due centrali di nuova generazione. Ci si è spinti, perfino, ad indicare nel territorio di Ragusa, come quello adatto, lasciando, quindi, presagire che presso le alte sfere fossero state già individuate le particelle catastali dei terreni da espropriare, tutto questo secondo uno studio del 1979 secondo il quale in quel territorio non scarseggiano le risorse idriche necessarie per l’esercizio di una centrale nucleare.

Esaminiamo, dunque, i dati oggettivi:

Eccedenza di energia elettrica prodotta in Sicilia
L’Italia, com’è noto, importa energia elettrica dall’estero, in particolare dalla Svizzera e dalla Francia. Tale energia serve essenzialmente a coprire il deficit di alcune regioni del Nord, in particolare nel Veneto, dove i consumi di energia elettrica superano del 50% la produzione, nel Piemonte del 32% ed in Lombardia del 26%; tre Regioni, quindi, molto energivore, corrispondente ad un deficit, in termini assoluti, di 45.000 GWh, una quantità pari a quasi tutta l’energia importata dall’Italia (50.000 GWh circa).

La Sicilia è una delle poche Regioni che, da almeno 40 anni a questa parte, ha una produzione di energia elettrica che supera del 5-10% i consumi, la quale è affidata, quasi per intero, alle centrali termoelettriche e per un terzo alle centrali dislocate tra Augusta e Priolo Gargallo. In Sicilia la CO2 emessa è pari all’8% rispetto a quella complessiva nazionale, cioè lo stesso quantitativo del “produttivo” Veneto.

Se il nostro Governo è proprio convinto che il Nucleare sia l’unica soluzione al problema energetico in Italia, per quanto sopra, le Regioni “vocate” ad ospitare il nucleare sono quelle più energivore (Piemonte, Lombardia e Veneto per l’appunto).

Inadeguatezza della rete di distribuzione dell’energia elettrica
Le rete elettrica italiana è un “colabrodo”, questo è ciò che viene detto dagli addetti ai lavori.
Per quella siciliana, poi, la situazione è tragica: un colabrodo dai buchi molto ma molto più grandi.

Un dato su tutti, la densità di rete elettrica in Sicilia (espressa in metri di rete elettrica su chilometri quadrati di territorio) è meno della metà rispetto alla Lombardia, 63 m/kmq contro 153 m/kmq; ancora più allarmante è il dato della densità della rete a 380 kV, 9 m/kmq in Sicilia contro 63 m/kmq in Lombardia.

Sorprendenti, infine, i valori della durata delle interruzioni e del numero medio di interruzioni lunghe, valori che in Sicilia sono 4 volte superiori rispetto a quelli registrati in tutte le regioni del Nord.

Oltre alle suddette considerazioni ne esistono tante altre che portano tutte alla stessa conclusione: la Sicilia è la regione meno indicata ad ospitare centrali nucleari.

Alcune motivazioni sono tecniche (la vulnerabilità sismica, l’assenza di risorse idriche e di infrastrutture adeguate, ecc.), altre politiche (un esempio su tutti, il tanto decantato turismo).

Qual è la soluzione al problema energetico italiano?
Può darsi che sia il nucleare, anche se io credo fortemente:
  • in una politica rigorosa di risparmio energetico;
  • in una maggior efficienza degli edifici e degli impianti tecnologici;

nella cosiddetta generazione distribuita (reti intelligenti), tante piccole centrali (possibilmente del tipo solare a concentrazione come quella di Priolo, inaugurata dal ministro Prestigiacomo qualche mese fa) sul territorio con perdite infinitamente inferiori rispetto a quella (centralizzata e monopolizzata) esistente.

Lo so, sono tutti principi ben esposti in TV da Beppe Grillo che, però, da una persona come me, che ha fatto tanta palestra politica, può essere definito esclusivamente come un gran comunicatore e, allo stesso tempo, un pessimo politico; ma in Italia, ormai è assodato, i gran comunicatori vanno avanti e trovano sempre più spazio……..

Salvo Rametta

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di Maria Grazia Caruso

Ma avete letto cosa sta facendo il sindaco di Noto? Sta preparando una denuncia penale contro l'A.GE.NA.S. Ha già inviato una lettera di protesta al Prefetto, all'Assessore Regionale alla sanità e al Presidente della Regione.

Ha perso il lume della ragione! Solo due mesi fa osannava la professionalità dei tre componenti, scrivendo sulla stampa che aveva potuto personalmente apprezzare i curricula. Ora che fa? Li accusa di essere stati di parte, di essere cioè politicizzati.

Non vi sembra che tutto questo sia contraddittorio e pretestuoso perchè ha una campagna elettorale appena iniziata? E, per finire, anche il nostro amato Vescovo dichiara sul giornale: "Si accerti la verita!"

Ma quale verità? Eccellenza non sia di parte, per favore; lasci che la sanità si riqualifichi; lasci che siano i tecnici a decidere ciò che serve per innalzare il livello del servizio sanitario, perchè ad oggi, in questa martoriata zona sud si muore ancora proprio per la presenza di due mezzi ospedali. Questo sì che andrebbe verificato e si arriverebbe davvero sul penale per inadempienze e ritardi dovuti alle beghe politiche.

Con grande amarezza,
Maria Grazia Caruso

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di Nino Campisi

Palazzolo, 20 mar 2011. C'era bisogno dell'Avola di De Leo e Catania per rilevare il tutto esaurito allo "Scrofani Salustro" . La nostra squadra in tutta la sua modestia e umiltà era attesa come di solito si attendono i grandi, portandosi al seguito da Avola circa 400 tifosi che hanno riempito tutto il settore ospiti.

Il Sig. Cesaroni di Pesaro ha diretto una gara che forse bisognava riservare molta più attenzione. Nonostante la sconfitta l'Avola ha disputato una grande partita senza mostrare alcun timore dell'avversaria capolista, proponendosi più volte e provare a far bottino pieno.

Un primo tempo tutto casalingo senza mai creare alcuna difficoltà al nostro Tarantino, eccezion fatta per il rigore gratuito assegnato al Palazzolo e trasformato da Bonarrigo. Nella seconda frazione qualcosa cambia e l'Avola si fa più volte pericolosa fino a trovare la via del pareggio con Ricca.

Purtroppo dopo circa venti minuti l'avolese Nastasi sigla il 2 - 1 per il Palazzolo. La rete del vantaggio dei padroni di casa scaturisce da un capovolgimento di fronte, casuato, anche, dall'assistente di linea Giuffrida il quale segnala imperterrito un inesistente fuori gioco di Intagliata nonostante l'azione fosse stata viziata da un netto fallo di mani ad opera di Berti, il Sig. Cesaroni non ha ritenuto opportuno evidenziare.

Saltano i nervi al numeroso pubblico di Avola che istintivamente prende di mira l'assistente Giuffrida con un lancio di tappi di plastica e qualche bottiglietta vuota. Rivolgendosi all'arbitro, Giuffrida, lo induce a fischiare la fine anzi tempo.

Inutili le implorazioni dei giocatori rossoblu. La partita si conclude con i festeggiamenti del Palazzolo che in virtù dei punti di vantaggio e la sicura vittoria della prossima partita contro il Paternò, è a poco meno di un passo dalla promozione in serie "D".

All'Avola resta comunque la possibilità dei play - off e il grande merito a questi ragazzi di aver comunque disputato un campionato strepitoso che nessuno nell'ambiente calcistico avrebbe mai pensato.

I tabellini nel sito ufficilale dell'Avola Calcio.

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