di Emanuele Limpido

Si è svolto Domenica scorsa ad Avola un incontro con il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica Claudio Fava. Durante l'incontro si è discusso del ruolo e delle prospettive di SD nel panorama politico nazionale. In particolare è stato affrontato il tema delle alleanze e del futuro della sinistra in Italia.

Sul primo tema Claudio, ha rilevato la necessità di un patto con il PD per formare un cento sinistra nuovo che partendo da posizioni di rispettiva autonomia superi il mito veltroniano dell'autosufficienza, peraltro spazzato via dal risultato elettorale, e approdi a una alleanza che parta da punti di intesa e che non si risolva in una sgangherata Unione di "tutti insieme purché contro Berlusconi".

Il nostro Coordinatore si è detto non più disposto a fare di SD un occasionale "donatore di sangue", utile quando i nostri voti fanno comodo a livello locale, ma che diventa la sinistra “puzzona" e da evitare a livello nazionale. Per quanto riguarda il tema della nascita di una nuova sinistra in Italia, Claudio Fava ha ribadito la fermezza di SD nelle sue posizioni che sono poi le ragioni fondanti della nostra esistenza.

SD è nata per stimolare, con l'impegno dei suoi iscritti e simpatizzanti, un’unità a sinistra che permetta all'Italia di avere una forza politica a sinistra di un partito moderato come il PD. Una forza che abbia a cuore la tutela dei diritti dei lavoratori, la lotta al precariato, la difesa dei più deboli, la tutela dell'ambiente e della pace, la difesa della laicità dello Stato, insomma tutti quei temi cari alle persone che si sentono di sinistra ma che non trovano chi li rappresenti e sono stanchi di stupide divisioni ideologiche.

A questo processo SD invita a partecipare tutti, partiti, movimenti, singoli cittadini; da questo processo chiaramente si tirano fuori coloro che auspicano un ritorno al Partito Comunista e alla falce e martello. Quei simboli nessuno li rinnega ma sono stati consegnati alla storia e non possono né debbono diventare un ostacolo alla creazione di qualcosa di più grande. Simmetricamente se rifiutiamo pregiudiziali non possiamo poi evocarle noi.

Il richiamo al socialismo non deve diventare a sua volta un ostacolo per chi non si sente rappresentato da quei valori. Claudio Fava ci ha poi salutato dandoci appuntamento all'Assemblea Nazionale di SD che si terrà a Chianciano il 27-28-29 Giugno, dopo le assemblee provinciali del movimento.

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Programma dell’On. Bono, candidato alla Provincia Regionale di Siracusa

La programmazione deve caratterizzare il metodo di governo dell’Ente.
Occorrerà quindi dare immediato seguito all’attuazione:

1) del Piano Territoriale Provinciale;
2) del Piano Provinciale di Sviluppo Economico-Sociale;
3) dei piani per le reti di comunicazione stradale e ferroviaria;
4) dei piani di localizzazione di opere e impianti sovra comunali;
5) del Piano Triennale per la valorizzazione dei Beni Culturali, Ambientali e Paesaggistici.

La provincia di Siracusa ha le risorse e le potenzialità per riscattarsi dagli ultimi posti in cui è precipitata nelle graduatorie nazionali in quasi tutti i settori a condizione che si superi la deriva di una interminabile triste gestione dell’ordinario, e si inizi la stagione del riscatto fondato sulla creatività, e capacità di programmazione.

Una gestione che non può certamente fondarsi unicamente sulle risorse di bilancio, ma che deve necessariamente utilizzare tutte le fonti, regionali, nazionali ed europee, occorre quindi una grande opera di risanamento del Bilancio della Provincia Regionale, con la drastica riduzione dell’abnorme indebitamento che la precedente gestione ha determinato, insieme alla costituzione di una vera e propria unità di supporto alla Presidenza, per la individuazione di tutte le possibili fonti integrative di finanziamento.
Occorre inoltre un grande impulso alla progettazione, per costituire, un idoneo parco-progetti in grado di consentire l’accesso a tutte le ipotesi di finanziamento.

La Provincia di Siracusa ha pagato un prezzo molto alto al modello di sviluppo scelto nel secolo scorso, un prezzo pagato in termini di inquinamento diffuso, di impedimento a ipotesi di sviluppo diverse e alternative, di danno alla salute pubblica, di abbattimento dei parametri di qualità della vita. Se è innegabile che quel modello ha portato un benessere diffuso, è altrettanto innegabile che sono evidenti i limiti di quella scelta.

L’ipotesi di agevolare un processo di mutazione dell’area industriale da polo chimico a polo energetico deve inserirsi in una cornice di riferimento ed in un progetto di sviluppo della provincia nel medio e lungo termine che non può prescindere dalla vocazione del territorio siracusano per politiche di corretto e sostenibile sfruttamento delle risorse culturali e paesaggistiche, esaltate dai recenti riconoscimenti UNESCO, di turismo culturale e di rilancio di settori come l’agricoltura di qualità, l’artigianato e le attività legate al risanamento ambientale.

Appare poco credibile che un territorio ricco di testimonianze storiche, artistiche, archeologiche e architettoniche come quello Siracusano, che, grazie all’impegno svolto al Ministero per i beni e le Attività Culturali, ha ottenuto ben due riconoscimenti UNESCO nell’arco di tre anni (nel 2002 il Barocco del Val di Noto e nel 2005 Siracusa e la Necropoli di Pantalica), oltre alle varie eccellenze, alle tradizioni culturali, all’enogastronomia di qualità, ed alle splendide riserve naturali, intercetti una misura insignificante dei flussi turistici del nostro Paese.
La parola d’ordine di una nuova politica turistica deve essere la destagionalizzazione, anche ricorrendo al segmento del Turismo del ritorno, e cioè alla scelta mirata di utenti di origine siracusana, ma residenti anche da più generazioni all’estero, per offrire pacchetti turistici a basso prezzo. Ma una corretta politica turistica deve caratterizzarsi anche per la tutela del consumatore-turista. La Provincia, attraverso i suoi organi e con l’ausilio dei Sistemi Turistici Locali, deve assumere come centrali le questioni del rapporto costi-beneficio, della qualità dei servizi di accoglienza, della mobilità urbana e dei servizi di trasporto per la fruizione dei siti, della segnaletica stradale, della pulizia e dei servizi essenziali nei siti turistici, della professionalità e gentilezza degli operatori del settore. Particolare impegno la Provincia dovrà assumere in materia di formazione professionale, al fine di realizzare un adeguato livello di servizi.

Ma non vi può essere sviluppo del turismo senza una efficiente rete stradale e ferroviaria e, invece, l’attuale assetto viario si presenta debole e precario.
Scarsa ed insufficiente è stata l’azione di vigilanza sul Consorzio per le autostrade Siciliane, in relazione alle problematicità riscontrate sui lotti Cassibile-Rosolini della Siracusa-Gela, e in ordine alla esecuzione di due opere fondamentali e già finanziate, quali l’uscita della Siracusa-Gela sulla Mare-Monti, per consentire il collegamento con la zona montana, e la bretella di collegamento tra l’uscita di Noto, sempre della Siracusa-Gela, e la strada provinciale n. 19 per Pachino e Portopalo di Capo Passero; nonché la messa in sicurezza della strada statale 124 Siracusa-Floridia.

Per la valorizzazione delle produzioni agricole di qualità, la Provincia quindi dovrà agire sul doppio versante della progettualità e della promozione. Sul fronte dei nuovi progetti sarà necessario ricercare nuove ed originali modalità di penetrazione dei mercati attraverso l’esaltazione e la valorizzazione dei requisiti di tipicità ed originalità. Tale azione dovrà essere completata con idonee iniziative di difesa attiva dei marchi di qualità nei mercati, specie a favore di quei prodotti che hanno già ottenuto i riconoscimenti. La Provincia dovrà incoraggiare ed accelerare la procedura per i riconoscimenti di marchio di qualità e provenienza per tutti i prodotti agricoli e le lavorazioni di qualità che hanno i requisiti per ottenerli, sostenendo queste iniziative sia con risorse proprie che agevolando l’accesso a tutte le forme di finanziamento regionali, nazionali ed UE da parte degli operatori agricoli, estendendo gli interventi agevolati anche ai settori di ricerca di nuovi spazi produttivi, all’adeguamento tecnologico e impiantistico, all’adozione di strumenti e misure per accrescere la competitività, incrementare la cooperazione tra imprese per fronteggiare la concorrenza e sostenere la ricerca.

Anche la pesca è un settore che ha bisogno di una forte azione di rilancio, dopo anni di marginalizzazione e di disinteresse da parte delle istituzioni e che invece ha una grande rilevanza economica. La nostra marineria, che sta subendo tra l’altro, l’aumento esponenziale del costo del carburante, deve essere incentivata ad esplorare nuove forme di esercizio della professione e nuove vie di commercializzazione del pescato, promuovendo anche l’attivazione di filiere e valorizzando il “pescato di giornata”, che incontra il favore assoluto dei consumatori e, in particolare, dei turisti.

L’artigianato è un altro fondamentale settore economico, su cui la Provincia deve accendere i riflettori per farlo finalmente uscire dal cono d’ombra in cui è stato finora relegato dall’assenza di politiche di incentivo e sostegno.
La Provincia Regionale, poi, deve pienamente esercitare le proprie attribuzioni in materia di scuola, l’università e le politiche culturali, recuperando ritardi ed inefficienze, avviando e completando gli interventi di messa a norma degli istituti scolastici
Grande attenzione deve essere posta alle politiche universitarie, mettendo gli studenti al centro del processo formativo e organizzativo.
L’impegno della Provincia nel settore dell’ambiente e dello sviluppo industrialedovrà essere proteso
- alla riparazione degli innegabili guasti ambientali ed alla bonifica dei siti contaminati;
- all’incremento dei livelli di controllo degli impianti per la costante riduzione delle emissioni
- all’adattamento dei processi produttivi alle più severe procedure di sicurezza ambientale;
- alla diversificazione delle produzioni ed all’inserimento di piccole e medie imprese;
- all’innalzamento degli attuali livelli occupazionali.
Per centrare i suddetti obiettivi abbiamo l’occasione di interloquire in via privilegiata con il Ministero dell’Ambiente, grazie alla titolarità dello stesso affidata alla nostra conterranea On.le Stefania Prestigiacomo. Un fatto senza precedenti, che darà vita a una fortissima sinergia in grado di affrontare problematiche lasciate da decenni irrisolte.
Inoltre occorre promuovere l’atteso decollo del porto di Augusta, struttura commerciale dal valore altissimo ma ancora imbrigliata da inspiegabili legacci burocratici.
Le aree protette, se ben gestite, sono uno straordinario contenitore di opportunità turistiche, occupazionali, di qualificazione territoriale, di promozione economica, di sviluppo e di diffusione delle tecnologie delle sostenibilità, di ricerca sui rischi che derivano dai cambiamenti climatici.
In quest’ottica una riflessione operativa deve essere riservata al complesso delle aree naturali protette del territorio Provinciale (area marina protetta del Plemmirio, Oasi di Vendicari, riserva naturale Cava Grande del Cassibile) il cui coordinamento non solo non può più essere rinviato ma diviene esso stesso elemento indispensabile e centrale della nuova struttura politica, amministrativa e gestionale dell’Ente.
Nello stesso contesto, riacquisteranno centralità nelle politiche pubbliche, dopo decenni di confinamento, i Comuni della nostra zona montana insieme alle attività tipiche di quei territori – si pensi alla zootecnica o all’artigianato rurale o, ancora, all’agriturismo – i cui luoghi diventeranno mete particolarmente privilegiate per le quali occorrerà adeguare le condizioni di sicurezza delle comunità e dei visitatori.

Designo ad assessori provinciali i seguenti signori:
Bufardeci Giambattista, nato a Monterosso Almo il 18/04/1953;
Gennuso Giuseppe, nato a Rosolini il 04/11/1953;
Gianni Giuseppe, nato a Solarino il 29/03/1947;
Vinciullo Vincenzo, nato a Sinagra il 24/02/1961.
Il candidato presidente
Bono Nicola

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Giorgio Guliotta

Salve a tutti! il problema che vi pongo sono i festeggiamenti patronali, che tra un poco piu' di un mesetto verranno celebrati.

Prima volevo farvi una domanda e scusate se puo' essere provocante ma Avolesi siete devoti a S. Venera, la riconoscete come vostra Patrona?

Secondo me no, anzi niente affatto. tralasciando questo discorso volevo dirvi un po sulla festa:
Visto che ci sono tanti soldi anzi troppi spesi inutilmente per cantanti del lunedi', perche' non rivalorizzare la festa in se stessa? Purtroppo, si sa, ad Avola c'e' una mentalità che e' contraria alle feste religiose e questo e' un grave difetto di tutta la nostra comunità.

Parlando in modo tecnico sulla festa ora vi descrivo alcune cose:

1) I programmi dell'estate avolese vanno separati da quelli della patrona, altrimenti si fa solo confusione.

2) La banda dov'e? Se mi chiamate banda "quei quattro", allora ragazzi non ne capite e basta, non illudetevi, la banda ad Avola e' scomparsa molto ma molto tempo fa. Vedete invece tante belle bande ordinate con la divisa che marciano e suonano degnamente, vedi: Acireale, Siracusa, Ispica, ec.. per San Sebastiano sono venuti dei miei amici di fuori e appena li hanno sentiti suonare sono rimasti sconvolti, e' una festa patronale e non la si puo' rovinare cosi', c'e' in gioco la faccia dell'intera città.

3) Parlando sul piano luminarie cari amici facciamo pena, andate giorno 29 a Palazzolo e poi mi direte, rimarrete stupefatti, anzi cercate su internet Luminarie De Cagna o Faniuolo si potrebbero fare meravigliose gallerie e una bella spalliera in piazza Umberto I.

4) Riguardo i fuochi d'articifico facciamo pena. In Sicilia abbiamo tante belle ditte vedi Chiarenza, Vaccalluzzo che ad Avola ha sparato per San Sebastiano, invece vediamo quattro cose per aria insignificanti e basta. Certo un bel piromusicale dei fratelli Vaccalluzzo la domenica sera non guasterebbe.

5) Dal punto di vista liturgico la festa non esiste e a terra non e' abbastanza solennizzata proprio perche' non interessa a nessuno.

Caro Assessore Fabio Cancemi mi rivolgo a te mi raccomando quest'anno! se mi vuoi incontrare sono a tua disposizione anche perche' sono sicuro che in due si ragiona meglio. Ti lancio una provocazione: quest'anno vorrei vedere una festa patronale degna di questo nome.

Giorgio Guliotta

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