di Sebastiano Passarello
In questi giorni, a seguito dell’ordinanza sindacale del Sindaco di Pachino che limitava, ai Comuni di Avola e Noto, il conferimento dei rifiuti nella discarica di Coste Sant’Ippolito, abbiamo vissuto, nella nostra città, l’incubo di trovarci con la città sommersa di rifiuti così come è avvenuto recentemente in Campania.
L’apertura della discarica di Costa Gigia, dovrebbe scongiurare provvisoriamente tale pericolo. Ma al di là di questo, da diversi anni tutta la Sicilia vive un’emergenza rifiuti. Certamente le discariche non possono essere la soluzione definitiva al problema, significherebbe continuare a massacrare il territorio deturpando l’ambiente, con l’ aumento dei costi per lo smaltimento per i comuni e di conseguenza aumento della TARSU con maggiori costi a carico delle famiglie.
Di fronte a una situazione che di giorno in giorno diventa sempre più drammatica credo sia arrivato il tempo per i nostri parlamentari nazionali e regionali, le forze politiche e sindacali di occuparsi “in tempi brevi”, del problema dei rifiuti. E’ necessario che si realizzi, nella sua interezza, il ciclo integrato dei rifiuti con la costruzione irrinunciabile dei Termovalorizzatori in Sicilia, fortemente contrastati dalle popolazioni, ma che, a mio avviso, rappresentano la vera alternativa al corretto smaltimento dei rifiuti.
Credo, che non abbia senso continuare a mantenere queste società d’ambito (ATO), che così come sono attualmente servono solo a soddisfare, nell’ambito degli equilibri politici, incarichi di sottogoverno senza nessuno apporto di benefici per la collettività .
Per fare questo è necessario affrontare correttamente e seriamente il problema e non lasciarsi trasportare dall’emotività o peggio ancora dalle strumentalizzazioni demagogiche.
Purtroppo come sempre accade quando si fa ecoterrorismo, la disponibilità delle comunità locali ad accettare tali impianti nei loro territori risulta pesantemente condizionata da strumentali informazioni che spesso derivano da pregiudizi diffusi, e non da una corretta ed imparziale informazione.
Le associazioni ambientaliste, le amministrazioni locali, i cittadini, a mio avviso, più che all’opposizione dell’impianto dovrebbero esigere controlli ambientali e monitoraggio in continuo dei parametri inquinanti, non di parte.
La termovalorizzazione deve essere quindi considerata come una componente essenziale alla gestione integrata dei rifiuti, insieme alla raccolta differenziata, sapendo che la discarica inquina di più ed in modo assai meno controllabile.
Questo deve essere l’impegno di tutti: risolvere definitivamente l’emergenza rifiuti nella nostra provincia così come in tutta la Sicilia, tutelando il territorio da un punto di vista ambientale e coloro che vi abitano mettendo da parte interessi di vario genere, che gravitano, in modo lecito e in qualche caso illecito, nel pianeta rifiuti.
L’Assessore all’Ecologia del Comune di Avola
Sebastiano Passarello
In questi giorni, a seguito dell’ordinanza sindacale del Sindaco di Pachino che limitava, ai Comuni di Avola e Noto, il conferimento dei rifiuti nella discarica di Coste Sant’Ippolito, abbiamo vissuto, nella nostra città, l’incubo di trovarci con la città sommersa di rifiuti così come è avvenuto recentemente in Campania.
L’apertura della discarica di Costa Gigia, dovrebbe scongiurare provvisoriamente tale pericolo. Ma al di là di questo, da diversi anni tutta la Sicilia vive un’emergenza rifiuti. Certamente le discariche non possono essere la soluzione definitiva al problema, significherebbe continuare a massacrare il territorio deturpando l’ambiente, con l’ aumento dei costi per lo smaltimento per i comuni e di conseguenza aumento della TARSU con maggiori costi a carico delle famiglie.
Di fronte a una situazione che di giorno in giorno diventa sempre più drammatica credo sia arrivato il tempo per i nostri parlamentari nazionali e regionali, le forze politiche e sindacali di occuparsi “in tempi brevi”, del problema dei rifiuti. E’ necessario che si realizzi, nella sua interezza, il ciclo integrato dei rifiuti con la costruzione irrinunciabile dei Termovalorizzatori in Sicilia, fortemente contrastati dalle popolazioni, ma che, a mio avviso, rappresentano la vera alternativa al corretto smaltimento dei rifiuti.
Credo, che non abbia senso continuare a mantenere queste società d’ambito (ATO), che così come sono attualmente servono solo a soddisfare, nell’ambito degli equilibri politici, incarichi di sottogoverno senza nessuno apporto di benefici per la collettività .
Per fare questo è necessario affrontare correttamente e seriamente il problema e non lasciarsi trasportare dall’emotività o peggio ancora dalle strumentalizzazioni demagogiche.
Purtroppo come sempre accade quando si fa ecoterrorismo, la disponibilità delle comunità locali ad accettare tali impianti nei loro territori risulta pesantemente condizionata da strumentali informazioni che spesso derivano da pregiudizi diffusi, e non da una corretta ed imparziale informazione.
Le associazioni ambientaliste, le amministrazioni locali, i cittadini, a mio avviso, più che all’opposizione dell’impianto dovrebbero esigere controlli ambientali e monitoraggio in continuo dei parametri inquinanti, non di parte.
La termovalorizzazione deve essere quindi considerata come una componente essenziale alla gestione integrata dei rifiuti, insieme alla raccolta differenziata, sapendo che la discarica inquina di più ed in modo assai meno controllabile.
Questo deve essere l’impegno di tutti: risolvere definitivamente l’emergenza rifiuti nella nostra provincia così come in tutta la Sicilia, tutelando il territorio da un punto di vista ambientale e coloro che vi abitano mettendo da parte interessi di vario genere, che gravitano, in modo lecito e in qualche caso illecito, nel pianeta rifiuti.
L’Assessore all’Ecologia del Comune di Avola
Sebastiano Passarello
Gli interventi sul blog in materia ambientale sono di livello, e da appassionato della materia vorrei portare il mio contributo sui termovalorizzatori aggiungendo agli interventi già presenti sul blog, alcune riflessioni e qualche considerazione, sperando in altri interventi in modo che la discussione venga approfondita a tutti gli aspetti che riguardano più in generale la materia dei rifiuti, e la gestione di quest'ultimi in Sicilia, nella Provincia e ad Avola.-
Premetto di condividere moltissime considerazioni riportate negli altri interventi sul blog, tuttavia:
dall'articolo di Passarello sull'ATO, così com'è strutturata la Società di gestione, ha ragione lui, è solo un posto di sottogoverno dove svernano parenti ed amici di politicanti; se invece del gettone mensile fisso che percepiscono i componenti del consiglio di amministrazione, si pensasse ad un premio più consistente sotto il profilo economico, ma da corrispondere in percentuale ai risultati tecnico-economici pro-utenza, vedrà, assessore che la società sarà appetita solo a chi conosce il mestiere, e diverrà utile per le amministrazioni locali e per l'utenza in genere;-
L'intervento di "liberamente" è ampiamente documentato e è la realtà dei fatti che per ogni scelta ci sono i pro e i contro; tuttavia in questo momento storico, è assai più conveniente orientarsi sui termovalorizzatori, perchè in generale, rappresenta il sistema meno dannoso di smaltimento dei rifiuti non più recuperabili, e la costruzione nella zona del Tifeo, costituisce anche (assurdamente ma è così) una bonifica della attuale situazione esistente; pensi alle recenti incombusti di CO che hanno interessato la zona, sprigionate dall'impianto enel esistente; tutti i costi degli impianti al servizio della gestione dei rifiuti ricadono sugli utenti, perchè per ogni processo, anche quello della selezione delle materie valorizzabili della raccolta differenziata, i costi delle tariffe sono comprese nella tarsu, o nella tariffa quando sarà. Il vero compito della società civile è quello di pretendere controlli severi durante la gestione degli impianti. Le proteste degli ambientalisti, che non vogliono l'inceneritore, ma che hanno accettato una megadiscarica a pochi metri dal Tifeo, costa Gigia, da un milione di tonnellate di rifiuti, gestita da privati con l'obiettivo del "profitto" che sarà sempre più alto ove si riesce a tagliare le spese, soprattutto quelle di gestione operativa e post operativa, coi rischi ambientali che ne derivano, sono quanto meno poco credibili, anche perchè chi protesta non ha mai una alternativa completa, perchè la raccolta differenziata è si il primo adempimento necessario, ma la rimanente frazione deve trovare una collocazione sostenibile. Il vero problema, sono d'accordo con "liberamente" è la sindrome del NOT IN MY COUTYARD, che vale anche per il cassonetto della n.u.-
Passando alle considerazioni finali, vorrei sottolienare due aspetti fondamentali nel tentativo di completare la discussione:
Bisogna rendersi conto che la situazione attuale è derivata dal fallimento, almeno nella nostra realtà, del principio ispiratore del decreto ronchi, le famose 4 R, riduzione, riutilizzo, recupero riciclo. La "R" più importante, la "riduzione" dei rifiuti, è quella che è fallita di più; nessuno, tranne qualche caso sporadico, è riuscito a ridurre la produzione dei propri rifiuti, dal processo produttivo, alla grande distribuzione fino all'utenza domestica e commerciale.-
Infine, bisogna avere in mente che ogni azione dal singolo utente, fino alla azione finale del gestore di impianto, deve essere accompagnato da un leit motiv, una colonna sonora, la "sostenibilità", gli impatti delle azioni di oggi sulle generazioni future. A me pare che in questo momento, in mancanza d'altro, la scelta più oculata del sistema integrato dei rifiuti, sia differenziare a monte, cioè dal produttore, tutto ciò che l'impiantistica esistente, poca, consente di differenziare e avviare i residui al termovalorizzatore riservando una discarica solo per le ceneri inertizzate. Assomiglia tanto al Piano Regionale sui rifuti che la nostra deputazione regionale e provinciale non riesce a far decollare nella nostra provincia.-
Bravo Passarello a tirare le orecchie alla deputazione nazionale e regionale, e aggiungo provinciale, e complimenti agli intervenuti per la serietà con il quale si affronta il tema. Peccato per il numero degli interventi; la realtà locale ha bisogno di suggerimenti e sostegno per far quadrare il cerchio a livello di gestione comunale dei rifiuti.-