di Giovanni Amenta

VORREI PORRE L’ATTENZIONE NON SU UNA DISCUSSIONE POLITICA, MA SU UN FATTO CHE MI HA TURBATO MOLTISSIMO E CHE INVITA A RIFLETTERE SU COME LA POVERTA’ SI STIA ALLARGANDO E COLPISCE SEMPRE PIU’ SETTORI DI ANZIANI E LA SOCIETA’ AVOLESE.
QUALCHE GIORNO FA, MENTRE STAVO FACENDO UNA PASSEGGIATA, HO ASSISTITO AD UNA SCENA CHE FERISCE IL CUORE .
UNA COPPIA DI ANZIANI, CHE A PRIMA VISTA SEMBRAVANO CHE FACESSERO UNA PASSEGGIATA CON TUTA E SCARPETTE, AD UN TRATTO, LI HO VISTI AVVICINARSI AD UN CASSONETTO DELLA SPAZZATURA E FRUGARE PER CERCARE DEL CIBO DI UNA PIZZERIA LI VICINO, ERANO CON DELLE BORSE DI PLASTICA CHE RIEMPIVANO CON UN PO’ DI TUTTO!
HO GIRATO L’AUTOVETTURA, PER VEDERE CHI FOSSERO, NON LI CONOSCEVO, MI SONO DECISO E SUPERATO L’IMBARAZZO MI SONO FERMATO PER PARLARGLI E CAPIRE COSA LI SPINGEVA A TANTO, I DUE CONIUGI PIANGENDO DOPO AVERMI CONFESSATO LE PROBLEMATICHE CHE AVEVANO IN FAMIGLIA CON I FIGLI, MI RACCONTAVANO CHE ORAMAI LA PENSIONE NON ERA SUFFICIENTE E SONO COSTRETTI A PRENDERE I RESTI CHE TROVANO NEI CASSONETTI!
E ANCORA MI CONFIDAVANO : CHE USANO CAMBIARE POSTO PER NON FARSI RICONOSCERE E A VOLTE VANNO ANCHE A LIDO DI NOTO!
UNA BRUTTA STORIA DI POVERTA’!
VEDERE DEGLI ANZIANI, BRAVE PERSONE, GIUNGERE A QUESTO PER MANGIARE, COSI’ HO DATO ……… PER TERMINARE IL MESE, MA IL PROSSIMO MESE, NE SONO SICURO, RITORNERANNO A FRUGARE IN QUALCHE CASSONETTO.
MI SONO DECISO, A RACCONTARE QUESTA STORIA SOLO PERCHE’ RITENGO CHE STORIE COME QUESTA AD AVOLA C’E’ NE SARANNO A DECINE E FORSE A CENTINAIA.
ALLORA, NON SI PUO’ RIMANERE NEL SILENZIO E FARE FINTA CHE IL PROBLEMA NON CI SIA, CREDO CHE COMPITO DI UNA SOCIETA’ CIVILE SIA QUELLO DI AFFRONTARE QUESTE PROBLEMATICHE SENSIBILIZZANDO LE ISTITUZIONI E COMPITO DI TUTTI NOI SIA QUELLO DI AIUTARE LA CARITAS CITTADINA E LE PARROCCHIE PER SOSTENERE QUELE PERSONE CHE SI TROVANO IN DIFFICOLTA’.
LANCIARE UN ALLARME ALL’ISTITUZIONE COMUNE PERCHE’ DEVE FARE MOLTO DI PIU’ PER GLI ANZIANI E COLORO CHE VERSONO IN UNO STATO DI INDIGENZA.
INVITARE I SERVIZI SOCIALI AD INIZIARE UNA CAMPAGNA DI CONOSCENZA DELLE NUOVE POVERTA’ ESISTENTI NELLE CITTA’, PERCHE’ LA POVERTA’ NON SI FERMA PIU’ NEI SOLITI NOTI……., MA C’E’ “UNA NUOVA POVERTA’ “ QUELLA SILENZIOSA IN CUI SI TROVANO VECCHI CON LA PENSIONE MINIMA CHE NON RIESCONO A FINIRE IL MESE.
ALLORA IL COMUNE PROMUOVA, DOPO UNA CONOSCENZA DEL TESSUTO SOCIALE DELLE CONVENZIONI E/O ACCORDI CON I GROSSI SUPERMERCATI PER GARANTIRE LA BORSA ALIMENTARE DI FINE MESE PER QUELLE PERSONE ANZIANE E NON, CHE DOCUMENTALMENTE NON RIESCONO A FINIRE IL MESE !
UNA SOCIETA’ SI PUO’ DIRE CIVILE SOLO SE RIESCE A FAR VIVERE DIGNITOSAMENTE I PROPRI ANZIANI, IN QUESTE CONDIZIONI AVOLA ESCE DALLA CIVILTA’ E SI IMBARBARISCE SEMPRE DI PIU’!

Giovanni Amenta

7 commenti

  1. Anonimo // 18 ottobre 2007 alle ore 14:38  

    Vedere chi va a mangiare alla mensa a San Pietro fa rabbia, tanta gente che non ha problemi di soldi in quanto pensionata. Però chi gestisce la mensa dice che è gente che ha bisogno di socializzare ecc...

    Spesso anche i generi di prima necessità vengono distribuiti a gente sbagliata. Un paio di volte gente che frequenta la mensa mi ha portato una volta del latte e un'altra volta delle scatolette di carne, credendo di farmi un favore e dicendomi "dalle al cane". Cose che poi ho portato di nuovo alla mensa creando non poco imbarazzo.

    I poveri ci sono ad Avola, purtroppo non si fanno avanti e nessuno può aiutarli.

    I "poveri" che vedo spesso a San Pietro di sicuro gradirebbero meglio dei soldi per ricaricarsi il videofonino piuttosto che un piatto di pasta.

    Nino Iacono

  2. Anonimo // 18 ottobre 2007 alle ore 16:35  

    Caro Giovanni Amenta abito in Germania, sono dovuto scappare da Avola per crearmi un futuro e vivere meglio. Conosco molta gente ad Avola in quelle condizioni e oggi che ho letto questo articolo mi rattrista il cuore ancora di più ma nello stesso tempo sono contento di essermene scappato da quel paese, non avrei avuto speranza, anche se una parte del mio cuore è sempre legata agli avolesi.

    Giuseppe Munafò

  3. Anonimo // 19 ottobre 2007 alle ore 12:30  

    Gli ultimi non dicono mai di esserlo...Caro Giuseppe Munafò, sono felice per te che sei riuscito a crearti un futuro in Germania, ma guarda che in ogni angolo del mondo ci sono queste situazioni, basta solo voler vedere. Apri gli occhi e ti accorgerai quanta sofferenza si spalanca davanti a te. Caro Nino Iacono, la maggior parte dei ragazzi della mensa di S.Pietro è gente povera di solitudine, povera di cultura, è gente che cerca qualcuno con cui parlare, che cerca un riferimento, un confronto... forse il pasto caldo è per noi una buona soluzione per avvicinare questi "invisibili" ai nostri occhi,anche noi tante volte siamo poveri di sensibilità... e per loro è un buon momento di compagnia e per alcuni anche per sfamarsi...non bisogna infatti fare di tutta l'erba un fascio, c'è gente che ha fame davvero...per quanto riguarda il sig. Amenta dico che è giusto che queste questioni debbono essere portate fuori, fatte vedere...io e la mia associazione di volontariato, insieme ad altre associazioni avolesi, spesso ci siamo fatti carico di situazioni del genere, ma quel che noi possiamo fare è tamponare momentaneamente. Purtroppo non abbiamo le risorse e i mezzi per risolvere i problemi, cosa che invece dovrebbero fare i nostri servizi sociali. Il mio invito in questo caso è all'assessore Dell'Albani ad intervenire, o quantomeno a provarci e a sensibilizzare le altre istituzioni provincia, regione, volontariato, parrocchie, ecc. anzichè passare il tempo a dividere ai vecchi amici che già stanno bene, domandine per le pensioni e i servizi domiciliari. Finisco con una frase di Ina Siviglia, che una mia cara amica dice sempre;

    "Fuori il mondo brucia e noi passiamo il tempo a contare le mattonelle del nostro pavimento"

    Distinti saluti
    Paolo Caruso (No Pipicoma)

  4. Anonimo // 19 ottobre 2007 alle ore 12:34  

    Una brutta storia, ma, che non riguarda solo anziani, caro signor Amenta, anche i giovani sposati che fanno i muratori o lavorano in campagna quando non lavorano se non ci fossero i genitori farebbero la fame. Ecco perchè forse tanti anziani non potendo dire no ai figli si sacrificano loro.Ma come fare, anche perchè è vero quello che dice iacono, ci sono tanti che possono e fanno finta, ma la sua segnalazione corrisponde a verità.CHi scrive è una diplomata disoccupata, mamma, sposata con un bravo ragazzo che lavora in edilizia, spesso grazie ai miei genitori riusciamo a fine settimana a fare la spesa. La ringrazio perchè la vita porta anche questi problemi.Vera

  5. Anonimo // 20 ottobre 2007 alle ore 23:45  

    L'intervento di amenta, mi ha fatto riflettere sul futuro di noi giovani,la precarietà del lavoro, i dubbi su una pensione che difficilmente verrà, le difficoltà di farsi una famiglia nascono da queste cose e nel pericolo di fare la fine di quei poveri anziani.
    Il comune faccia qualcosa per i tanti vecchi bisognosi e non dorma......sollecitiamo l'assessore al ramo a fare qualcosa, ho letto nell'intervento di caruso che è il barbiere dell'albani, allora visto che fa parte di un partito, che questo partito il pd lo solleciti a fare qualcosa di concreto per gli anziani.
    ci auguriamo che sia così, basta ca non finisce come "cui ri spiranza campa rispiratu mori".

  6. Anonimo // 23 ottobre 2007 alle ore 12:58  

    E' vero quello che dice caruso "gli ultimi non dicono di esserlo". Non facciamo passare questa denuncia verità di Amenta come qualcosa di normale, non ci dobbiamo abituare a queste cose "come la fame degli anziani" perchè la civiltà di un paese si misura anche su queste cose e dice bene Amenta di stimolare il comune e chi di competenza come le assistenti sociali che stanno lì sedute a fare carte e non vanno a verificare i bisogni reali della città. Alziamo la voce forte per tutelare gli ultimi. Zorro

  7. Anonimo // 18 marzo 2009 alle ore 14:46  

    Carissimo Amenta credimi quella esperienza che hai auto tu io la vedo spesso gente dignitosa che nn riesce neanche a mangiare, vedi queste cose fanno male , e ancora piu male f il fatto che i nostri politici locali fanto finta di nn sapere o peggio vedono eignorano la situazione, infatti la loro programmazzione politica non attenziona questi gravissimi problemi, nota bene gli aumenti di tasse comunali, l'umento vergognoso del gettone di presenza, quando noi tutti ci rendiamo conto di queste cose e non facciamo nulla per cambiarla, e molto triste.
    Organizziamoci ribelliamoci facciamo qualcosa per quet blla citta' per questa gente , cerchiamo di motivare i giovani, crechiamo di farli protaginisti per risolvere queste tragedie quotidiane.
    Molti paralno di aiutare il terzo mondo, ma io mi domando ma piu di terzo mondo di questo?
    cosa cerchiamo ancora?
    Uniamoci propagandiamo la sofferenza, la domenica invece di sperperare benzina per le strad riuniamo i ragazzi e protestiamo contro questi aumenti spregiudicati. Un saluti a tutti

Lascia un commento