di Paolo Pantano
Nell’ area iblea insiste la più grande densità d’Europa di biodiversità e tra le più alte concentrazioni di beni culturali (naturalistici, storici, etnoantropologici, archeologici) per cui, oltre alla tutela degli stessi, con l’ istituzione del Parco, ci saranno grandi VANTAGGI e BENEFICI economici per poter attuare un laboratorio dello sviluppo armonico, compatibile e durevole.
Nell’area individuata dal comitato Promotore ricadono ben 16 S.I.C. (siti di interesse comunitario) per una superficie complessiva di 27.847 Ha ; le riserve naturali sono 5 per una superficie di 4.913 Ha ; la riserva di CAVA GRANDE del Cassibile diventerebbe il fulcro del Parco. Vi sono inoltre circa 21.000 Ha di boschi demaniali e privati, 9 siti archeologici di aree complesse di notevole rilevanza e qualche decina di siti archeologici di entità minore.
Gli Iblei sono stati finora un territorio ignorato dai più,ma un parco opportunamente inserito nel circuito mediatico nazionale ed internazionale, darebbe finalmente dignità ad un ambiente che al suo interno,come si è visto, racchiude elementi naturalistici e culturali di grandissima rilevanza. Non diversamente da quanto è avvenuto per gli altri parchi nazionali che, da territori pressoché sconosciuti oggi sono noti in gran parte del mondo.
Ma a favore del Parco concorrono anche fattori di natura economico-sociale, alcuni immediati,altri a medio e lungo termine. Il Parco avrebbe sicuramente maggiore capacità i attrazione di fondi pubblici, a cominciare da quelli europei.
Con il regolamento 2078/92 le aziende agricole ricadenti per almeno il 30% all’interno di parchi,hanno goduto di una riserva del 30% dei finanziamenti concessi dall’U.E. per produzioni agricole ecocompatibili. Tale politica è continuata con i regolamenti 2080/92 ,1259/99 ,1782/03, 1783/03 , 817/04. Con criteri analoghi saranno utilizzati anche i fondi che fanno capo al primo e secondo asse de Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2007-2013. Precisamente:
- uso efficiente delle risorse naturali (1,600 mld di €);
- valorizzazioni identità culturali e paesaggistiche,ed azioni per migliorare l’attrazione turistica (1,471 mld di €).
L’Unione Europea ha già approvato il finanziamento di dette somme per la nostra regione.
Il Parco aiuterebbe ad incrementare e diversificare i flussi turistici.
Fino a qualche tempo fa un territorio valeva per quello che consentiva di produrre,mentre oggi è diventato esso stesso un prodotto commerciale da vendere.In base agli ultimi dati disponibili,il 10% del flusso turistico generale è movimentato proprio dai beni ambientali,percentuale,questa,
destinata sicuramente ad aumentare in futuro.
La prevista liberalizzazione dei commerci con i paesi extra europei e le tumultuose trasformazioni economico-sociali che stanno investendo i paesi d’Oriente,autorizzano ad attendersi per i prossimi anni un forte aumento dei flussi turistici in tutto il bacino del Mediterraneo.Il Parco aumenterebbe la gamma delle tipologie di vacanze,non più limitate a ristretti periodi dell’anno,e non più legate al binomio mare, sole.
Un turismo, quindi, più qualificato e culturalmente più elevato,come è auspicabile per un ambiente come gli Iblei,dove diversi siti sono stati già dichiarati patrimonio dell’umanità.
Nell’area individuata dal comitato Promotore ricadono ben 16 S.I.C. (siti di interesse comunitario) per una superficie complessiva di 27.847 Ha ; le riserve naturali sono 5 per una superficie di 4.913 Ha ; la riserva di CAVA GRANDE del Cassibile diventerebbe il fulcro del Parco. Vi sono inoltre circa 21.000 Ha di boschi demaniali e privati, 9 siti archeologici di aree complesse di notevole rilevanza e qualche decina di siti archeologici di entità minore.
Gli Iblei sono stati finora un territorio ignorato dai più,ma un parco opportunamente inserito nel circuito mediatico nazionale ed internazionale, darebbe finalmente dignità ad un ambiente che al suo interno,come si è visto, racchiude elementi naturalistici e culturali di grandissima rilevanza. Non diversamente da quanto è avvenuto per gli altri parchi nazionali che, da territori pressoché sconosciuti oggi sono noti in gran parte del mondo.
Ma a favore del Parco concorrono anche fattori di natura economico-sociale, alcuni immediati,altri a medio e lungo termine. Il Parco avrebbe sicuramente maggiore capacità i attrazione di fondi pubblici, a cominciare da quelli europei.
Con il regolamento 2078/92 le aziende agricole ricadenti per almeno il 30% all’interno di parchi,hanno goduto di una riserva del 30% dei finanziamenti concessi dall’U.E. per produzioni agricole ecocompatibili. Tale politica è continuata con i regolamenti 2080/92 ,1259/99 ,1782/03, 1783/03 , 817/04. Con criteri analoghi saranno utilizzati anche i fondi che fanno capo al primo e secondo asse de Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2007-2013. Precisamente:
- uso efficiente delle risorse naturali (1,600 mld di €);
- valorizzazioni identità culturali e paesaggistiche,ed azioni per migliorare l’attrazione turistica (1,471 mld di €).
L’Unione Europea ha già approvato il finanziamento di dette somme per la nostra regione.
Il Parco aiuterebbe ad incrementare e diversificare i flussi turistici.
Fino a qualche tempo fa un territorio valeva per quello che consentiva di produrre,mentre oggi è diventato esso stesso un prodotto commerciale da vendere.In base agli ultimi dati disponibili,il 10% del flusso turistico generale è movimentato proprio dai beni ambientali,percentuale,questa,
destinata sicuramente ad aumentare in futuro.
La prevista liberalizzazione dei commerci con i paesi extra europei e le tumultuose trasformazioni economico-sociali che stanno investendo i paesi d’Oriente,autorizzano ad attendersi per i prossimi anni un forte aumento dei flussi turistici in tutto il bacino del Mediterraneo.Il Parco aumenterebbe la gamma delle tipologie di vacanze,non più limitate a ristretti periodi dell’anno,e non più legate al binomio mare, sole.
Un turismo, quindi, più qualificato e culturalmente più elevato,come è auspicabile per un ambiente come gli Iblei,dove diversi siti sono stati già dichiarati patrimonio dell’umanità.
Paolo Pantano
Con la bici l'ho fatta 1 milione di volte quella zona!