Vorrei con questo articolo e con questi pezzi rilevati da Wikipedia, mettere in risalto cosa accomuna Totò Cuffaro ('u zu Totò vasa vasa, ex Presidente della Regione Sicilia) con Raffaele Lombardo (don raffaè, candidato alla presidenza della regione sicilia con Pdl e udc (destra)...e per non far differenze, Rita borsellino (ultima candidata alla Presidenza della regione Sicilia) con Anna Finocchiaro (prossima candidata a tale carica); Tutto questo lo faccio solo al fine di creare una coscienza critica nell'elettorato, confidando nell'intelligenza e nella reale voglia di cambiamento del POPOLO SICULO. Mi scuso per la lunghezza dell'articolo. Chiedo al moderatore, se è il caso di sistemarlo in modo che non rubi troppo spazio agli altri
Totò Cuffaro:Da studente ha aderito alla Democrazia Cristiana, di cui è stato delegato regionale del movimento giovanile e dirigente organizzativo in Sicilia. Nel 1980 è stato eletto consigliere comunale di Raffadali, dove ha rivestito il ruolo di capogruppo. Alla fine degli anni '80 viene eletto consigliere del Comune di Palermo nelle fila della DC.
Nel maggio 1991, con una buona affermazione personale (79.970 voti di preferenza su 287.166 della lista DC), diviene deputato del collegio di Palermo all'Assemblea Regionale Siciliana. In questa legislatura è stato componente della Commissione attività produttive e vice presidente della Commissione regionale antimafia. Nel settembre 1991 Cuffaro, all'epoca deputato regionale, intervenne ad una puntata speciale della trasmissione televisiva Samarcanda condotta da Michele Santoro in collegamento con il Maurizio Costanzo Show e dedicata alla commemorazione dell'imprenditore Libero Grassi, ucciso dalla mafia. In quella occasione, Cuffaro - presente tra il pubblico - si scagliò con veemenza contro conduttori ed intervistati, sostenendo come le iniziative portate avanti da un certo tipo di "giornalismo mafioso" fossero degne dell'attività mafiosa vera e propria, tanto criticata e comunque lesive della dignità della Sicilia. Giovanni Falcone, presente in trasmissione, fece cenno a Costanzo di non conoscerlo, mentre Cuffaro parlò di certa magistratura "che mette a repentaglio e delegittima la classe dirigente siciliana", riferendosi chiaramente a Mannino, in quel momento uno dei politici più influenti della Dc.[1]
Con la temporanea uscita dalla scena politica di Calogero Mannino per problemi giudiziari (accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, fu assolto in primo grado, condannato in appello e il 12 luglio 2005, la Cassazione annullò il processo d'appello, decidendo di farlo ripetere), Cuffaro, da sempre vicino alle sue posizioni politiche, gli subentra in ruoli di primo piano nel partito in Sicilia. Lascia il Ppi seguendo Buttiglione, e viene rieletto nel 1996 deputato all'Assemblea regionale siciliana (15.988 voti di preferenza su 61.367) nella lista dei Cristiani Democratici Uniti (CDU), il nuovo partito di Rocco Buttiglione, nato dopo la scissione avvenuta nel Partito Popolare Italiano, il partito che riprese l'eredità della Democrazia Cristiana. Nella XIII legislatura ha rivestito la carica di assessore per l'agricoltura e le foreste nei 5 governi regionali, dal 50° al 54°.
Dopo i primi due governi di centro destra (presidenti Provenzano e Drago), partecipa al 52° e al 53° governo regionale, guidati dal DS Angelo Capodicasa, con una coalizione di centro - sinistra. Infatti, nel 1998 aveva abbandonato il CDU per aderire all'UDEUR di Mastella, partito con cui si candida alle elezioni europee del 1999, ottenendo 89.471 voti (risulta il candidato dell'UDEUR più votato in Italia, pur non scattando il seggio). Nel 1998, infatti, buona parte del CDU e del CCD siciliani era confluita nell'UDEUR, determinando il "ribaltino" e la sostituzione del presidente della regione Giuseppe Drago, alla guida di una giunta di centro - destra, con Angelo Capodicasa, dei DS. In entrambi Cuffaro è ancora assessore all'agricoltura e foreste.
Mentre il centro - sinistra pensa di candidarlo sindaco di Palermo, la caduta del secondo governo Capodicasa, nel 2000, determina il suo ritorno nel centro - destra e nel CDU nel governo presieduto da Vincenzo Leanza, sempre come assessore all'Agricoltura.
Il 17 luglio 2001, come candidato presidente della coalizione di centrodestra nella prima elezione diretta del presidente del governo regionale, è risultato eletto con il 59% dei voti, battendo altri due candidati accomunati dalla comune provenienza democristiana: Leoluca Orlando (37%) e Sergio D'Antoni (4%).
Gli viene affidato anche l'incarico di Commissario straordinario per l'emergenza idrica e di Commissario delegato per l'emergenza rifiuti, questo gli permette di occuparsi della riorganizzazione del sistema acquedottistico, facendo sequistrare numerosi pozzi privati, e della predisposizione del piano energetico.
Con il CDU ha partecipato alla fondazione dell'Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro (UDC), che ha unito a livello nazionale partiti che si richiamano alla Democrazia Cristiana e che sono favorevoli a un'alleanza all'interno della coalizione di Silvio Berlusconi.
Eletto nell'Elezioni europee del 2004 come capolista dell'UDC nella circoscrizione isole, ha rinunciato al seggio a favore del primo dei non eletti, Raffaele Lombardo.
Nel 2005 è stato nominato vice-segretario nazionale dell'UDC, quando Lorenzo Cesa è subentrato a Marco Follini nella carica di segretario nazionale.
Il 9 aprile 2006 è stato eletto senatore, come capolista dell'UDC nella circoscrizione Sicilia, ma si è dimesso il 24 luglio, vista l'incompatibilità con la carica di presidente della Regione dove è stato rieletto il 28 maggio 2006, come candidato del centrodestra e dell'Mpa, battendo la candidata del centro sinistra Rita Borsellino, sua principale avversaria, con il 53% contro il 41,6%.
Il 26 gennaio 2008 si dimette dinanzi all'Ars da presidente delle Regione Siciliana, dopo la condanna in primo grado a 5 anni ed all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per i reati di favoreggiamento e rivelazione di segreto d'ufficio. Il 28 gennaio, delega le funzioni di Presidente della Regione al vice presidente Nicola Leanza. Il 30 gennaio è stato sospeso da deputato regionale dalla Presidenza del Consiglio (in forza della legge 55/1990) con decorrenza 18 gennaio. L'1 febbraio il Governo regionale solleva conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale per la sua sospensione.
Raffaele Lombardo: Laureato in medicina e chirurgia, partecipa alla fine degli anni settanta alla gioventù DC catanese e con la Dc farà carriera all'ombra di Calogero Mannino. Consigliere ed Assessore al Comune di Catania, diventa nel 1986 deputato alla Regione Siciliana e, rieletto nel 1991, diviene assessore regionale agli Enti Locali. Ebbe delle vicissitudini nell'epoca di Tangentopoli, iniziate nel 1992 con un arresto per abuso d'ufficio, e dopo essere stato condannato in primo grado, assolto in appello dallo scandalo giudiziario. Il 23 luglio del 1994 fu coinvolto e ancora arrestato (stavolta per corruzione) per lo scandalo di un appalto da 48 miliardi di lire per i pasti all'ospedale Vittorio Emanuele di Catania: secondo l'accusa, un comitato d'affari composto da Rino Nicolosi, Salvo Andò, Antonino Drago e lo stesso Lombardo (allora quarantaquattrenne) avrebbe garantito l'appalto all'azienda dell'ex presidente dell'Inter Ernesto Pellegrini, in cambio di una corposa tangente di 5 miliardi di lire. Un giorno prima dell'arresto fu sospeso (ai sensi della legge 55 del 1990) dalla carica di deputato e ciò fino al 29 settembre dello stesso anno.[1] Nel dicembre 1994, Lombardo lascia anticipatamente l'ARS.
Il 17 marzo del 2000 Pellegrini patteggia ammettendo di avere versato la tangente ad alcuni politici, tra cui Lombardo, ma i giudici finirono per considerare quel denaro solo un regalo: il reato venne derubricato a finanziamento illecito ai partiti, reato che per gli imputati risultava ormai prescritto. I giudici, in sostanza, non riconobbero nei maneggi intorno all'ospedale Vittorio Emanuele l'esistenza di un vero e proprio comitato d'affari: per questa ragione, gli imputati furono assolti dall'accusa di associazione a delinquere, inizialmente ipotizzata insieme alla corruzione.[2][3]
Lombardo torna in politica e diventa europarlamentare nel 1999 per il Centro Cristiano Democratico. È vicesindaco di Catania nel 2000 ed eletto presidente della provincia di Catania nel 2003. Nel 2004, viene riconfermato europarlamentare, dopo le dimissioni di Salvatore Cuffaro, nell'UDC, partito del quale è segretario regionale fino al 2005....Poi sarà decisivo per le elezioni di Scapagninia Sindaco di catania...alle elezioni politiche del 2006 si allea con Bossi facendo il Patto per le autonomie che appoggia Berlusconi. ottiene sei deputati e un senatore...
Anna Finocchiaro: (Modica, 31 marzo 1955) è una politica italiana, è stata Ministro della Repubblica per le Pari Opportunità.
Laureata in giurisprudenza, nel 1981 diventa funzionario della Banca d'Italia nella filiale di Savona. Pretore a Leonforte dal 1982 al 1985, fu sostituto procuratore nel tribunale di Catania fino al 1987, anno in cui venne eletta deputato nelle file del Partito Comunista Italiano. Dal 1988 al 1995 fu inoltre consigliere comunale a Catania, dapprima con il PCI e poi con il Partito Democratico della Sinistra.
Ministro per le Pari Opportunità durante il governo Prodi I, nel 2001 confermò il suo seggio alla Camera dei Deputati candidandosi con i Democratici di Sinistra. In vista delle elezioni politiche del 2006 sbarca al Senato ed ottiene un nuovo mandato parlamentare risultando eletta nella circoscrizione Sicilia per la lista de L'Ulivo.
Dal 3 maggio 2006 (XV Legislatura) è capogruppo a palazzo Madama del gruppo parlamentare de L'Ulivo.
È stata membro della segreteria nazionale dei DS, di cui è anche stata responsabile del settore giustizia.
Dal 23 maggio 2007 è uno dei 45 membri del Comitato nazionale per il Partito Democratico.
A seguito della costituzione del gruppo del Partito democratico, è stata confermata capogruppo a palazzo Madama del relativo gruppo parlamentare.
Rita Borsellino: (Palermo, 2 giugno 1945) è una politica italiana.
Sorella del magistrato Paolo Borsellino, nel 1967 si laureò in farmacia all'Università degli studi di Palermo, esercitando la professione di farmacista nel capoluogo siciliano per vari anni. È divenuta, in seguito all'assassinio del fratello, testimone della lotta alle criminalità organizzate. Nel 1995 divenne vice-presidente di Libera, associazione anti-mafia fondata da don Luigi Ciotti, di cui è stata nominata presidentessa onoraria nel 2005.
Con Libera ha contribuito in maniera determinante all'approvazione delle legge 109/96 sull'uso sociale dei beni immobili confiscati alle mafie e sostiene attivamente il progetto Libera Terra.
Dal 1992 è impegnata attivamente nella società civile nel campo dell'educazione alla legalità democratica, nel diffondere una cultura di giustizia e solidarietà, non solo per tener vivo il ricordo del fratello e di tutte le vittime della mafia, ma soprattutto perché in particolare le nuove generazioni attraverso la conoscenza dei fatti acquistino consapevolezza dei propri diritti, del valore della legalità e della democrazia, una coscienza critica e responsabile che, una volta adulte, consenta loro di fare scelte giuste e coerenti per il bene loro e della collettività nella quale sono chiamate a vivere.
Dal 1994 assieme all'ARCI Sicilia e in seguito con la collaborazione di Libera contribuisce all'ideazione e alla crescita dell'iniziativa “La Carovana Antimafie”, un'esperienza ormai di carattere internazionale che mira a “portare per tutte le strade” l'esperienza di un'antimafia propositiva che vuole incidere positivamente sulla realtà economica, sociale, amministrativa dei luoghi che attraversa stringendo intrecci solidali ed etici tra i cittadini, le istituzioni e le diverse realtà della società civile organizzata presenti sui territori.
Dal 1998 è presidentessa della "Associazione Piera Cutino - guarire dalla talassemia", associazione senza scopo di lucro che promuove la ricerca medica contro la talassemia.
Numerose furono le sue iniziative contro le attività mafiose ed in favore dell'emancipazione delle donne. Tra le sue opere, impregnate proprio di questi temi, si ricordano Nonostante Donna. Storie civili al femminile (1996); La fatica della legalità (1999); I ragazzi di Paolo. Parole di resistenza civile (2002); Fare memoria. Per non dimenticare e per capire (2003); Rita Borsellino - Il sorriso di Paolo (2005).
Alla fine del 2005 si è intensificato il suo impegno politico accettando la proposta, veicolata dalla coalizione di centrosinistra nonostante le idee politiche del fratello, simpatizzante del Movimento Sociale Italiano, di candidarsi alla presidenza della regione Sicilia nelle amministrative della primavera 2006. La sua candidatura è stata sancita dallo svolgimento di elezioni primarie (il 4 dicembre), nelle quali la Borsellino ha ottenuto il 66,9% dei consensi superando il suo contendente Ferdinando Latteri, rettore dell'Università di Catania.
La candidatura della Borsellino è stata sostenuta, in origine, soprattutto dai partiti "minori" di centro-sinistra (SDI, Rifondazione, Verdi, Pdci, Italia dei Valori ed altri), cui si unirono presto i Democratici di Sinistra. Sul fronte opposto era schierata la Margherita con Ferdinando Latteri. È stata designata, dunque, a sfidare il governatore siciliano uscente, Salvatore Cuffaro, candidato della Casa delle Libertà.
I risultati dello spoglio la vedono raggiungere il 41,63% dei consensi contro il 53,08% del presidente uscente che viene quindi rieletto. Il risultato anche se sancisce una sconfitta risulterà tutt'altro che deludente considerando che il suo avversario 5 anni prima aveva vinto con il 59,1% e il centrosinistra si era fermato al 36,6%.
Grazie per l'attenzione
Paolo caruso
Componente Pd Avola
Componente Pd Avola
caro paolo hai ragione gli uomini sono importanti, ma piu' importanti sono i programmi, vedi veltoni e berlusconi hanno presentato du programmi simili, viene voglia di dire mettetevi insieme e fateci sognare, ma credi davvero che il libro dei sogni presentato, puo' essere attuato con circa 35 miliardi di euro di sbilanciamento, che fine fara' il ns debito? vedi se vince berlusconi visto che negli ultimi sette anni i suoi profitti sono cresciuti del 500% avra' la possibitita' di mettere mano in tasca e ripianare. veltroni come li deve ripianare il ns debito? concludo dicendo che bisogna essere credibili, mi pare che siamo ritornati alla i rep italiani sognate sognate sognate!
la concretezza dei programmi è presentabile solo tramite le persone che li hanno presentati...Conosciamo bene il Berlusca e se mette mano alla sua tasca (che poi è la nostra) potrà davvero far diventare l'Italia un sogno...La realtà però è che fin ora i soldi nelle tasche del cavalier sono entrati e mai usciti...anzi...se sono usciti è stato per far star zitto qualche giornalista parlante...Leggi qualcosa su Marco Travaglio e capirai...un abbraccio
Paolo Caruso