di Luciana Tiralongo
Chi percorre in treno o anche in auto la zona che va da Messina a Palermo, tra Santo Stefano e Castel di Tusa, vede, alla foce di Fiumara, “La materia poteva non esserci”, un’opera di Pietro Consagra, in cemento, alta diciotto metri, simile a una doppia porta bianca e nera traforata. E’ questo l’inizio di un percorso che porterà a scoprire un museo a cielo aperto fatto di grandi sculture posizionate in punti strategici della strada che s’inerpica per raggiungere Pettineo superarlo e arrivare nella zona di Motta d’Affermo, a un’altura pianeggiante e brulla dalla quale si gode lo spettacolare paesaggio della valle e del mare. “Un posto di quelli che sarebbero piaciuti agli antichi greci per posizionare i loro templi”, dice Antonio di Palma che invece vi ha posizionato “Energia Mediterranea”, una gigantesca onda blu che sembra gonfiata dal vento, sulla quale si può salire, si può scivolare, ci si può rifugiare sotto, tra massi colorati di blu che trasmettono energia. A un bivio, tra una vecchia strada di campagna e la strada che stavamo percorrendo c’è “Una curva gettata alle spalle del tempo” di Paolo Schiavocampo, messa li a segnare un luogo di confluenza tra il passato e il presente, a suggerire una pausa di riflessione prima di proseguire per il “Labirinto di Arianna” di Italo Lanfredini. Appare da lontano, adagiato sulla collina su cui svetta l’ingresso in forma di grande vulva. E’ un labirinto che richiama quello cretese a sette anse, un percorso a spirale che porta al centro e ti riporta indietro. All’interno non troverai il Minotauro ma una pozza d’acqua piovana e un albero d’ulivo sego di fertilità e di pace per un percorso che vuole essere una ricerca di se stessi. In questa stagione tutt’intorno al labirinto è una fioritura di ginestre e…resteresti li anche solo per godere del loro inebriante profumo.
Il tour, obbligatoriamente in macchina, o, per gli stoici, a piedi o in bici, prosegue passando per la caserma dei carabinieri di Castel di Lucio decorata da coloratissime piastrelle di ceramica ad opera di Piero d’Orazio e Graziano Marini, e lungo la via per Mistretta, per un muro di contenimento , come se ne incontrano tanti e che servono ad evitare la caduta di massi sulla strada, ma questo è rivestito da opere realizzate da vari autori in ceramica grezza: è il Muro della Vita. “Della Stanza di Barca d’Oro” parleremo in un altro momento, ora siamo arrivati al mare e, sulla spiaggia a Villa Margi, tra Santo Stefano di Camastra e Torremuzza, troviamo la “Finestra sul Mare” ovvero “Monumento ad un Poeta Morto” che Tano Festa aveva dedicato al fratello. È una finestra alta venti metri che ritaglia una porzione di orizzonte e, se ci vai sotto, ti costringe a perderti nell’immensità del cielo. Sul telaio azzurro sono disegnate nuvole bianche. È una cornice di un quadro dove ognuno può immaginare ciò che vuole, una cornice attraverso la quale guardare in modo diverso il cielo e sentirti parte dell’universo, ma nel contempo sentirsi piccolo piccolo. Il percorso che era iniziato da una porta è finito con una finestra, ma non è completo se non ci si ferma a Castel di Tusa dove Antonio Presti, mecenate della “Fiumara d’Arte” ha allestito l’ “Atelier sul Mare” un albergo unico al mondo. L’intento è quello di abitare dentro l’opera d’arte, in stanze costruite da artisti dove ascoltare il suono della risacca virtuale trasmessa da una sequela di monitor o rifugiarsi nel Nido, il grande letto scultura di Paolo Icaro, o ancora, rifugiarsi sul letto zattera che naviga verso la grande finestra aperta sul mare oppure ne “La Torre di Sigismondo” dove il letto rotondo occupa quasi tutto lo spazio e una botola sul tetto si apre interamente per farti dormire sotto le stelle.
Tutto ciò sta a testimoniare come anche un luogo compromesso dall’abusivismo edilizio, privo di grandi attrattive paesaggistiche possa essere valorizzato con la forza delle idee e l’impegno nell’organizzare eventi e manifestazioni culturali che coinvolgono anche i paesini arroccati sulle colline e lontani dalle principali arterie di comunicazione. L’attività dell’Associazione culturale Fiumara d’Arte, in questi 25 anni si è fatta promotrice di progetti dall’alto valore educativo: “1 km di tela”, prova estemporanea di pittura che ha permesso ad artisti e abitanti del luogo di donare a Pettineo pezzi di tela dipinta da tenere in casa per una sorta di museo domestico. “La Casa degli Artisti a Catania” il progetto “Extra-ordinario”, “Il treno dei poeti” “500 spot per Librino”, “500 bandiere per essere città” “Io sono acqua”…sono tutte attività che hanno coinvolto, oltre ad artisti internazionali, diverse associazioni culturali, scuole di ogni ordine e grado per il rilancio culturale dei quartieri periferici come ne esistono in tutte le città, anche nella nostra. Tutto ciò è dovuto anche al fatto che spesso si dimentica che la città è una somma di quartieri, un insieme di centro e periferia e si tende ad abbandonare al suo destino quest’ultima, salvo poi ricordarsene in tempo di elezioni. È invece attraverso la rivalutazione di questi quartieri con la creazione di servizi, di centri di aggregazione, comitati di quartiere che permettano la partecipazione attiva di tutti i cittadini alle scelte che li riguardano perché è solo in questo modo che si cresce in consapevolezza e responsabilità. Un nuovo modo di fare politica è dunque possibile e Fiumara d’Arte ne è l’esempio.
Luciana
Chi percorre in treno o anche in auto la zona che va da Messina a Palermo, tra Santo Stefano e Castel di Tusa, vede, alla foce di Fiumara, “La materia poteva non esserci”, un’opera di Pietro Consagra, in cemento, alta diciotto metri, simile a una doppia porta bianca e nera traforata. E’ questo l’inizio di un percorso che porterà a scoprire un museo a cielo aperto fatto di grandi sculture posizionate in punti strategici della strada che s’inerpica per raggiungere Pettineo superarlo e arrivare nella zona di Motta d’Affermo, a un’altura pianeggiante e brulla dalla quale si gode lo spettacolare paesaggio della valle e del mare. “Un posto di quelli che sarebbero piaciuti agli antichi greci per posizionare i loro templi”, dice Antonio di Palma che invece vi ha posizionato “Energia Mediterranea”, una gigantesca onda blu che sembra gonfiata dal vento, sulla quale si può salire, si può scivolare, ci si può rifugiare sotto, tra massi colorati di blu che trasmettono energia. A un bivio, tra una vecchia strada di campagna e la strada che stavamo percorrendo c’è “Una curva gettata alle spalle del tempo” di Paolo Schiavocampo, messa li a segnare un luogo di confluenza tra il passato e il presente, a suggerire una pausa di riflessione prima di proseguire per il “Labirinto di Arianna” di Italo Lanfredini. Appare da lontano, adagiato sulla collina su cui svetta l’ingresso in forma di grande vulva. E’ un labirinto che richiama quello cretese a sette anse, un percorso a spirale che porta al centro e ti riporta indietro. All’interno non troverai il Minotauro ma una pozza d’acqua piovana e un albero d’ulivo sego di fertilità e di pace per un percorso che vuole essere una ricerca di se stessi. In questa stagione tutt’intorno al labirinto è una fioritura di ginestre e…resteresti li anche solo per godere del loro inebriante profumo.
Il tour, obbligatoriamente in macchina, o, per gli stoici, a piedi o in bici, prosegue passando per la caserma dei carabinieri di Castel di Lucio decorata da coloratissime piastrelle di ceramica ad opera di Piero d’Orazio e Graziano Marini, e lungo la via per Mistretta, per un muro di contenimento , come se ne incontrano tanti e che servono ad evitare la caduta di massi sulla strada, ma questo è rivestito da opere realizzate da vari autori in ceramica grezza: è il Muro della Vita. “Della Stanza di Barca d’Oro” parleremo in un altro momento, ora siamo arrivati al mare e, sulla spiaggia a Villa Margi, tra Santo Stefano di Camastra e Torremuzza, troviamo la “Finestra sul Mare” ovvero “Monumento ad un Poeta Morto” che Tano Festa aveva dedicato al fratello. È una finestra alta venti metri che ritaglia una porzione di orizzonte e, se ci vai sotto, ti costringe a perderti nell’immensità del cielo. Sul telaio azzurro sono disegnate nuvole bianche. È una cornice di un quadro dove ognuno può immaginare ciò che vuole, una cornice attraverso la quale guardare in modo diverso il cielo e sentirti parte dell’universo, ma nel contempo sentirsi piccolo piccolo. Il percorso che era iniziato da una porta è finito con una finestra, ma non è completo se non ci si ferma a Castel di Tusa dove Antonio Presti, mecenate della “Fiumara d’Arte” ha allestito l’ “Atelier sul Mare” un albergo unico al mondo. L’intento è quello di abitare dentro l’opera d’arte, in stanze costruite da artisti dove ascoltare il suono della risacca virtuale trasmessa da una sequela di monitor o rifugiarsi nel Nido, il grande letto scultura di Paolo Icaro, o ancora, rifugiarsi sul letto zattera che naviga verso la grande finestra aperta sul mare oppure ne “La Torre di Sigismondo” dove il letto rotondo occupa quasi tutto lo spazio e una botola sul tetto si apre interamente per farti dormire sotto le stelle.
Tutto ciò sta a testimoniare come anche un luogo compromesso dall’abusivismo edilizio, privo di grandi attrattive paesaggistiche possa essere valorizzato con la forza delle idee e l’impegno nell’organizzare eventi e manifestazioni culturali che coinvolgono anche i paesini arroccati sulle colline e lontani dalle principali arterie di comunicazione. L’attività dell’Associazione culturale Fiumara d’Arte, in questi 25 anni si è fatta promotrice di progetti dall’alto valore educativo: “1 km di tela”, prova estemporanea di pittura che ha permesso ad artisti e abitanti del luogo di donare a Pettineo pezzi di tela dipinta da tenere in casa per una sorta di museo domestico. “La Casa degli Artisti a Catania” il progetto “Extra-ordinario”, “Il treno dei poeti” “500 spot per Librino”, “500 bandiere per essere città” “Io sono acqua”…sono tutte attività che hanno coinvolto, oltre ad artisti internazionali, diverse associazioni culturali, scuole di ogni ordine e grado per il rilancio culturale dei quartieri periferici come ne esistono in tutte le città, anche nella nostra. Tutto ciò è dovuto anche al fatto che spesso si dimentica che la città è una somma di quartieri, un insieme di centro e periferia e si tende ad abbandonare al suo destino quest’ultima, salvo poi ricordarsene in tempo di elezioni. È invece attraverso la rivalutazione di questi quartieri con la creazione di servizi, di centri di aggregazione, comitati di quartiere che permettano la partecipazione attiva di tutti i cittadini alle scelte che li riguardano perché è solo in questo modo che si cresce in consapevolezza e responsabilità. Un nuovo modo di fare politica è dunque possibile e Fiumara d’Arte ne è l’esempio.
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