di Giovanni Li Gioi

Salve mi chiamo Giovanni, mi occupo di fisco e del mondo aziendale in generale. Trovandomi a parlare con gli amici avolesi mi rendo conto che molti di loro hanno tanta voglia di fare, ma che non conoscono le possibilità che la legge mette a loro disposizione per intraprendere una attività in proprio, da sottolineare non per loro colpa ma, perchè effettivamente non c'è nulla che li possa orientare in tal senso.

Per questo motivo sarei felice se metteste a loro disposizione questo post (lo abbiamo fatto con piacere ndr). Da qulache tempo, infatti, è ormai prevista la possibilità, per chi ha intenzione di mettersi in proprio e investire in una attività economica, di poterlo fare ricevendo dallo Stato più della metà dei fondi necessari, tra spese per investimenti e spese di gestione, completamente a fondo perduto (non vanno cioè rimborsati) e l'altra metà attraverso un prestito agevolato (cioè ad un tasso di interesse irrisorio e rimborsabile in cinque anni).


L'agevolazione fu prevista per la prima volta dalla legge 608/1996 allora denominata "Prestito d'onore" gestita da Sviluppo Italia S.p.a. che dopo aver cambiato varie denominazioni, gestore e modalità di erogazione è giunta sino a noi come "Lavoro Autonomo" ed è oggi gestita da Invitalia, (Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa).

L'agevolazione è particolarmente adatta a chi entra per la prima volta nel mondo del lavoro ma nulla vieta che le agevolazioni vengano concesse anche a persone più avanti negli anni, purchè inoccupate. Non esistono, dunque, limiti di età, ma nemmeno graduatorie di merito (nel senso che non vi è un numero massimo di persone che può essere ammesso). Non vi è scadenza (può essere presentata in qualsiasi periodo dell'anno), non è rivolta ad uno specifico settore (va bene per i servizi tanto quanto la produzione di beni) e nemmeno ad un particolare territorio (da nord a sud tutti quanti ne possoo beneficiare). Ogni momento è perciò potenzialmente vantaggioso per chi ha la volontà di realizzare il sogno di crearsi da solo il proprio "posto di lavoro".

La domanda di presentazione è molto semplice e verrà compilata direttamente on-line dal sito Invitalia. Non servono quindi marche da bollo e nemmeno lettere raccomandate (almeno in questa fase). Il form ci guiderà automaticamente, in modo molto semplice e passo dopo passo ad introdurre la descrizione di chi siamo e le caratteristiche dell'attività che abbiamo intenzione di realizzare: ambito territoriale in cui si inserisce, quali sono i punti di forza e di debolezza, le possibili future minacce, le opportunità di sviluppo, ecc. In sostanza, quasi senza accorgersene si finisce per aver compilato un vero e proprio MINI-Business plan.

Fondamentale, per riuscire ad essere ammessi e ottenere le agevolazioni sarà la coerenza tra il profilo del proponente e l'idea imprenditoriale (se sono un parrucchiere difficilmente mi concederanno i fondi per "aprire" una pasticceria, ma molto probabilmente quelli per aprire una sala), la fattibilità tecnico-economica dell'iniziativa (cioè se le prospettive sono realmente reali, "fattibili" e consentano un ritorno dall'investimento e soprattutto che consentano il rimborso del finanziamento e di mantenere un margine per il proponente.

Dunque, se la mia idea imprenditoriale è quella di creare un negozio per la vendita di palloncini per feste di bambini e abito in un villaggio sperduto della Valle D'Aosta dove l'età media è di 74 anni e la natalità pressochè zero, difficilmente mi accetteranno la domanda dato che dall'investimento non rientrerei sicuramente nemmeno in cento anni, ma se abito a Roma o a Catania, molto probabilmente si) e, infine, la sua cantierabilità (ovvero l'effettiva e immediata realizzabilità: se mi dessero cioè oggi quei fondi io dovrei avere la possibilità di mettermi immediatamente in moto per la realizzazione).

Qualora questi requisiti siano soddisfatti e coerenti, la seconda tappa fondamentale è il colloquio, dove, a meno che non ci si sia inventato tutto di sana pianta, nulla osterà all'effettiva concessione dell'agevolazione. Ovviamente, ci sono dei limiti.

1) L'agevolazione è in sostanza prevista per le piccole attività. Per questo motivo è rivolta esclusivamente alle persone fisiche che intendono avviare un'attività di lavoro autonomo in forma di "ditta individuale" (sono escluse le società ed altri enti collettivi) e l'investimento complessivo non può superare i 25.823 Euro (IVA esclusa). Cifra che tutto sommato consente, a chi ha buone idee e ci crede realmente, di realizzare ottimi business rischiando del proprio meno della metà. Per maggiori e ulteriori informazioni è possibile collegarsi al sito o se vi occorrono delucidazioni lasciare un post su questo blog.

2) Per un periodo di almeno cinque anni dalla data della delibera di ammissione alle agevolazioni, il beneficiario non può essere titolare di alcun tipo di contratto di lavoro a tempo pieno. È consentito svolgere, oltre agli incarichi professionali coerenti con l'attività finanziata, le attività a tempo parziale e/o occasionali e/o stagionali, a condizione che esse consentano di continuare a svolgere l’attività finanziata. In caso si trasgredisse bisognerebbe rimborsare l'intero importo finanziato. Una condizione del tipo: "astenersi perditempo"!

2 commenti

  1. Anonimo // 30 marzo 2010 alle ore 21:36  

    Se sei un commercialista sei in cerca di clienti.Se vuoi solo promuovere questa possibilità ti meriti un BRAVO

  2. Anonimo // 1 aprile 2010 alle ore 13:17  

    Scritto proprio bene. Complimenti.

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