di Mariano Ferro

Cosa rispondere al presidente della commissione agricoltura dell'unione europea? Dichiarazioni di quel taglio equivalgono a dichiarazioni di guerra e qualora qualcuno volesse scatenarla posso dire con cognizione di causa che siamo pronti a farla.

Sono uno dei tanti rappresentanti dei comitati che sono nati ovunque in ogni parte della sicilia che presi dalla forza esasperante della disperazione si sono messi insieme capendo che nessuno ci avrebbe dato una mano per uscire da questa tragedia se non noi stessi. Ieri abbiamo appreso dalla stampa, del documento emanato dalla conferenza episcopale dei vescovi che parla del meridione d'Italia come di una pentola sul fuoco il cui coperchio e' pronto a saltare grazie anche e sopratutto alla inadeguatezza della classe politica tutta di destra e di sinistra.

Nient'altro che la realta' di una terra che invasa dalle mafie e devastata nei territori dal malaffare sta sprofondando nel baratro piu' buio che questa generazione di quarantenni e cinquantenni abbia mai conosciuto. E leggere la dichiarazione di De Castro in merito alla richiesta dello stato di crisi della Regione Sicilia, lascia per qualche minuto attoniti ma poi stranamente mette in moto la voglia di andare avanti ancora piu'determinati di prima.

A quale lobbj appartiene quest'uomo che finge di non non capire che centinaia di migliaia di famiglie annichilite dalla poverta' stanno chiedendo aiuto allo stato cosi' come lo hanno chiesto le banche, cosi' come lo ha chiesto piu' volte e sempre accordato negli anni la fiat,cosi' come lo chiede la confindustria.

Noi oggi ci consideriamo vittime di un terremoto e non di una semplice crisi vocabolo che ha nella sua etimologia la sensazione di qualcosa di temporaneo e che non e' adatto a descrivere quello che sta accadendo. Noi siamo stretti da un lato dai prezzi stabiliti dalla convivenza tra grande distribuzione organizzata ed associazioni a delinquere di stampo mafioso, dall'altro stritolati da Basilea due con il benestare delle banche aiutate dallo stato a risolversi i problemi che loro stesse si erano procurate con alchimie finanziarie.

E noi oggi che viviamo in mezzo ad una corruzione dilagante siccome siamo quei villani imbecilli che non sanno fare i furbi e che hannio la colpa di essere persone oneste, di sani principi e non appartenenti a nessuna lobbj ci dobbiamo sentire rispondere che non sara' possibile dichiarare lo stato di crisi, per quello che poi sara', perche' non contemplato da nessunma norma comunitaria. E' come se Bertolaso avesse risposto ai terremotati dell'Abruzzo: statevi pure sotto le macerie, prima dobbiamo fare la legge per potervi salvare.

Non si riesce veramente a dire altro tale e tanto è lo sconcerto che scaturisce da una risposta che a mio avviso risponde ad interessi ben precisi vista la sua illogicita'. L'unica cosa che possiamo fare e' quella di rimboccarci ancora di piu le maniche ed organizzarci ancora meglio di come abbiamo fatto per contrastare un mondo che si e' capovolto.

Ritorneremo a fare quello che fecero i nostri nonni nel 68 qui ad Avola: difendere col sangue i diritti dei lavioratori. Pensavamo che queste pagine di storia fossero solo un ricordo ma pare proprio che la storia si ripete. Siamo pronti!

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L'Uomo Tigre di Avola è tornato tra noi. Secondo le 'dicerie del paese' - fortunatamente smentite - la Tigre di Avola sarebbe stato vittima di un grave incidente stradale.

In verità - e ancora una volta per fortuna - le cose sono andate diversamente: durante il suo lungo viaggio in giro per l'europa (in bici ovviamente) gli è stato rubato il suo unico mezzo di locomozione. Come potete vedere nel video, che in queste ore sta facendo il giro tra gli utenti di facebook, a descrivere la sua avventura è proprio lui Tiger si Maschera.


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