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di Nino Campisi

Non è bastata la netta superiorità del gioco della nostra squadra per vincere comodamente contro un Comiso che qualitativamente evidenziava i 10 punti di svantaggio che lo separavano d'all'Avola a fine campionato. Si è dovuto ricorrere alla sorte dei calci di rigore che ha premiato i più tenaci. Sirugo, Randazzo A, Ricca, Catania e Messina si sono attenuti alla regola della vittoria, mentre Famà ha sbagliato il rigore che ha decretato la sconfitta dei "comisani".

Una gara caratterizzata da incresciosi episodi per tutto il primo tempo messi in atto dagli ospiti come unico espediente per rimanere quanto meno con la testa fuori dall'acqua, soprattutto nell'azione del goal dell'Avola quando il numero 4 Di Dio finisce a terra, Maieli e Intagliata continuano l'azione e Sirugo che con un "tiro da tre", lascia appeso Annese.

Scoppia il putiferio, Di Dio aggrava le sue condizioni con la speranza che il Sig. Principato di Agrigento annullasse la rete. Il numero 5 Milazzo a capo di tutti trascinava i suoi compagni ad un tu per tu e con mani alzate contro i nostri ragazzi, sotto gli occhi di una scadente terna arbitrale e di un commissario di campo che stazionava all'interno del terreno di gioco. L'unica cosa che ha fatto vedere è aver cacciato via dal campo il Presidente Cristauro e l'Ass. Cancemi, e dopo (forse) essersi pentito li fa rientrare. Da questi tafferugli Principato deduce che il nostro Ulma e l'ospite Livia devono lasciare il campo anzitempo. Dopo il goal l'Avola tira fuori il manuale del calcio e inizia ad impartire lezioni, e l'unico a capirci qualcosa è il solo portiere Annese che oggi più che mai potrebbe inserirsi nella lista di Lippi. Ha parato di tutto fino alla fine.

Finisce il 1° tempo, e tenendo conto degli animi ancora "caldi", si decide di far raggiungere gli spogliatoi evitando il sottopassaggio, ma ancora Milazzo sfilandosi la maglia voleva a tutti i costi scendere le scale. Un segno evidente che avrebbe voluto inscenare una rissa per poter danneggiare in qualche modo la società "casalinga". Il secondo tempo inizia con i "verde-arancio" più calmi e l'Avola che ci prova in continuazione, ma trova sempre come anzidetto il bravissimo Annese. Ma è proprio quando l'Avola si esprime al meglio, che Maieli viene espulso per somma di ammonizioni e, con un uomo in meno, si accusa il colpo. Passano dieci minuti e l'unica azione che avvicina il Comiso nell'area di Randazzo, trova Tumino che sigla il pareggio.

Un grande "elogio" va al numero 6 Cassibba, che esultando rivolvega gesti provocatori verso il pubblico, sperando ad una invasione che non ci avrebbe fatto assaporare la vittoria finale. Si va ai supplementari con le squadre stremate, ma è sempre Annese che si mette in evidenza su Ferro. Mancano le forze e si aspettano i rigori. Iniza la "lotteria" e l'Avola ha la meglio.

Una vittoria strappata con i denti e con la forza di volontà, una vittoria regalata al meraviglioso pubblico che gremiva la tribuna, un pubblico "misto". Avolesi e Comisani insieme, "immischiati", dimostrando grande senso di civiltà senza mai accennare il benchè minimo atteggiamento ingiurioso o provocatorio l'un l'altro, senza mai cadere nella provocazione lanciata dai giocatori verde-arancio, e che le forze dell'ordine dovrebbero ben valutare, perchè con una tribuna strapiena come quella di oggi non bisogna assolutissimamente tenere atteggiamenti simili. Un'altra finale conquistata che ci vedrà impegnati la prossima domenica a S. Croce in virtù della vittoria dei "camerinesi" sull'Atletico Catania nell'altro sconto diretto di play-off.

Un'ennesima prova di grande carattere. Questo vogliamo da voi!

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