La vicenda dell'ospedale unico Avola-Noto sta purtroppo generando una guerra tra poveri, che negli ultimi tempi ha raggiunto livelli e toni alquanto offensivi e di bassa leva. Non ultimo l'attacco sferrato dal cosiddetto Comitato pro Trigona verso Don Caruso, parrocco della Parrocchia Santa Venera in Avola, con la diffusione giorni addietro nella cittadina di Noto e la contestuale pubblicazione su quotidiani di una lettera senza dubbio poco cortese e garbata, che offende la persona ed il ruolo che lo stesso riveste senza limti e controllo, e di certo non rivolta al raggiungimento dell'obiettivo primario e comune, che dovrebbe essere la tutela del diritto alla salute dei cittadini della zona sud della provincia, per il quale da tempo in tanti ci battiamo, spesso al di là del proprio colore politico e dei propri interessi "paesani".

Senza voler fomentare tali infondate, dispreggiative e poco ortodosse polemiche distruttive, ci chiediamo che senso abbia, in un momento in cui tutto è scritto, ma nulla realizzato, lottare e ditruggersi reciprocamente per demolire in un attimo tutto quello per il quale da tempo ci si batte e non andare avanti unitariamente per ottenere ciò che veramente ci spetta: servizi essenziali per tutti, trattamento sanitario paritario, ospedali funzionanti e funzionali.

L'AGENAS, l'ente tecnico richiamato proprio su pressione delle rappresentanze netine, si è espressa con una valutazione che senza dubbio non può essere altro che obiettiva e funzionale (a breve pubblicheremo estratto della relazione). L'ente tecnico è stato costituito da personale di grande esperienza e competenza, non siciliano, che di fatto nessun interesse avrebbe avuto ad avantaggiare una struttura piuttosto che l'altra. E così è stato: i tecnici hanno detto che nessuna delle due strutture è idonea di per se a garantire un servizio completo per tutti, ma che entrambe risultano complementari e che ognuna, con le proprie peculiarità e con miglioramenti rilevanti dal punto di vista funzionale, ma non gravosi sul piano economico, può garantire un servizio sanitario efficiente ed efficace per l'intera zona sud.

Allora che senso hanno ulteriori polemiche? Che fine perseguono? Senza dubbio non quello del bene comune, ma probabilmente quello del raggiungimento di interessi personalissimi.

Per esprimere la nostra solidarietà a Don Caruso, ci sembrava coerente condividere con i lettori e la cittadinanza tutta la lettera sobria scritta dalla sua comunità parrocchiale.

Lauretta Rinauro per il Comitato per il diritto alla salute
"Non avremmo voluto scrivere questa lettera, per non alimentare polemiche e divisioni, ma ci siamo sentiti intimamente interpellati come credenti e come appartenenti alla Comunità Parrocchiale di Santa Venera di Avo la , dalla lettera aperta al sacerdote Caruso scritta da un sedicente Comitato Cittadino. per la difesa dell’Ospedale di Noto. Ecco ciò che ci ha indignati, la messa in discussione, la critica feroce e cattiva nei confronti non dell’uomo Caruso, ma del sacerdote, la cui investitura non viene da uomini , ma da Dio stesso.

Come si può permettere , chiunque , di criticare l’operato di un sacerdote che con parresia, senza timore, si mette in gioco, rischia , grida , una volta tanto non per interessi personali o bisogno di protagonismo, ma per dare voce a chi, per l’indifferenza di chi amministra o per motivi personali ed elettorali, vede messo a rischio e negato uno dei diritti fondamentali della persona umana: Il diritto alla salute. Padre Caruso, non ha mai , al contrario di chi la lettera ha redatto o di chi la ha ispirata, parlato di Avola o Noto, ma ha ribadito sempre che ciò che andava difesa è la sanità nella zona sud della provincia di Siracusa. Non ha mai fatto dichiarazioni al “vetriolo “

Nel suo discorso per l ‘inaugurazione di un nuovo reparto all’ospedale di Noto, don Giovanni ha detto :

“L’ospedale è unico , l’ospedale è per l’uomo, non può essere un pascolo abusivo, ma serve per l’uomo, per la sua salute, serve per dare speranza e bellezza ai figli di Dio. E’ quindi non perdersi in questi distinguo che dividono, in allarmismi che infettano, dobbiamo essere uniti, essere una sola forza, perché il nemico di Avola non è Noto e il nemico di noto non è Avola.”

E’ vero, sicuramente Don Caruso non è un buon sacerdote, se per essere tale deve piegar il capo davanti al potere politico, o chiudersi nella sua canonica indifferente a ciò che attorno a lui accade. Questo è forse è il sacerdote che vorrebbero alcuni! Ma il sacerdote china il capo solo davanti al suo Signore, a Lui solo dovrà rendere conto delle sue azioni, a Lui che gli chiede di interessarsi non solo dell’anima dei suoi fedeli, ma anche dei loro corpi. Ma qualcuno, sicuramente non per il bene comune , sta portando avanti questa guerra tra poveri, sta fomentando un divisione che per fortuna è solo degli addetti ai lavori, e in questa guerra , sta cercando di coinvolgere l’intera chiesa di Noto. Questa lettera vuole esprimere innanzitutto solidarietà al nostro parroco, condivisione del suo impegno e soprattutto l’auspicio che una volta tanto a prevalere sia veramente la salvaguardia del bene di noi poveri cittadini di fronte alla prepotenza e all’incapacità di chi cerca di salvare la poltrona amputando al altri responsabilità personali.

La Comunità Parrocchiale di Santa Venera- Avola"

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