Coordinamento Partito Democratico
Dopo le recenti aperture da parte del governo regionale in merito alla modifica del decreto Russo, e sulle quali attendiamo ancora oggi riscontri oggettivi, il Partito democratico intende dare il proprio contributo all'individuazione di un piano che non mortifichi l'offerta sanitaria nella zona Sud della provincia di Siracusa.
Il presidio Ospedaliero di Avola, vista la sua collocazione geografica strategica, nei pressi dell'imbocco autostradale e collegato con la zona di maxi emergenza, deve essere attrezzato a polo chirurgico; proprio in tal senso significativi interventi ed investimenti sono stati effettuati negli ultimi anni, quindi si prefigurerebbe un consistente danno erariale nel caso in cui si opterebbe per una decisione diversa.
Riteniamo inoltre che per l'elevata sismicità della zona, attestata dalla relazione inviata al sottosegretario Bertolaso, il Di Maria deve essere in grado di garantire tutti i servizi collegati alla nascente area di maxi emergenza, per i quali anche in questo caso sono stati effettuati cospicui interventi. L' UTIC e la rianimazione, sono stati individuati ad Avola non per bontà divina, bensì a seguito di importanti perdite di reparti per pe ril nostro ospedale, il quale prima della rifunzionalizzazione era il 2° in tutta la Sicilia per qualità dei servizi offerti.
Quindi la nostra proposta è di individuare nel presidio di Avola un polo chirurgico, attrezzato con i reparti di emergenza già individuati e finanziati, mentre nel Trigona un polo medico in grado di garantire un offerta sanitaria adeguata ad un bacino di utenze che nel periodo estivo supera le 150.000 unità. In merito alla ridistribuzione dei posti letto per acuti, la proposta formulata dall' Assessore, 70 Avola, 71 Noto da un lato garantisce la sopravvivenza dei due presidi, quindi è ben accetta, ma d'altro canto non possiamo non evidenziare come anche questa ipotesi ridimensioni l'offerta sanitaria nella zona sud (1,4% contro il 3,5 minimo per legge) a discapito delle cliniche private e dei presidi della zona centro-nord.
Il presidio Ospedaliero di Avola, vista la sua collocazione geografica strategica, nei pressi dell'imbocco autostradale e collegato con la zona di maxi emergenza, deve essere attrezzato a polo chirurgico; proprio in tal senso significativi interventi ed investimenti sono stati effettuati negli ultimi anni, quindi si prefigurerebbe un consistente danno erariale nel caso in cui si opterebbe per una decisione diversa.
Riteniamo inoltre che per l'elevata sismicità della zona, attestata dalla relazione inviata al sottosegretario Bertolaso, il Di Maria deve essere in grado di garantire tutti i servizi collegati alla nascente area di maxi emergenza, per i quali anche in questo caso sono stati effettuati cospicui interventi. L' UTIC e la rianimazione, sono stati individuati ad Avola non per bontà divina, bensì a seguito di importanti perdite di reparti per pe ril nostro ospedale, il quale prima della rifunzionalizzazione era il 2° in tutta la Sicilia per qualità dei servizi offerti.
Quindi la nostra proposta è di individuare nel presidio di Avola un polo chirurgico, attrezzato con i reparti di emergenza già individuati e finanziati, mentre nel Trigona un polo medico in grado di garantire un offerta sanitaria adeguata ad un bacino di utenze che nel periodo estivo supera le 150.000 unità. In merito alla ridistribuzione dei posti letto per acuti, la proposta formulata dall' Assessore, 70 Avola, 71 Noto da un lato garantisce la sopravvivenza dei due presidi, quindi è ben accetta, ma d'altro canto non possiamo non evidenziare come anche questa ipotesi ridimensioni l'offerta sanitaria nella zona sud (1,4% contro il 3,5 minimo per legge) a discapito delle cliniche private e dei presidi della zona centro-nord.
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