di Lauretta Rinauro

Dopo il terremoto in Giappone, che ha generato l’ennesima devastazione per mano dell’incontrollabile natura, adesso razzia, morte e distruzione sono arrivate a pochi chilometri dalla nostra terra, per mano dell’uomo.

Sento molto vicina questa guerra e percepisco vicina anche la tristezza ed il dolore che questa popolazione sta vivendo. Mi chiedo perché tanto odio. Nulla è prevedibile.

Mi sento piccolissima ed impotente spettatrice e questa cosa mi fa soffrire. Penso tanto a tutti quei ragazzi e a quegli uomini, che saranno impegnati in questa ennesima inutile massacrante guerra.

Credo che un po’ di paura e di ansia ci sia in tutti noi. Ho tanto desiderio di impegnarmi per fare qualcosa di buono, nel mio piccolo, di dare un contributo positivo; ma mi chiedo, cosa posso fare io, piccola insignificante persona, di fronte a così tanto odio? Mi chiedo ancora perché per così tanto tempo il mondo, i potenti, quelli che possono, sono rimasti inerti? Abbiamo visto morire persone, abbiamo assistito a strazianti richieste d’aiuto, visto affondare barconi… ma nessuno ha fatto nulla. Guardo Lampedusa, quello che le sta succedendo e mi chiedo: ma noi siciliani siamo davvero italiani? Abbiamo festeggiato l’unità d’Italia, per la cui realizzazione tanti siciliani hanno perso la vita, ma siamo davvero parte di questa nazione?

Se paradossalmente nella situazione di Lampedusa si fosse trovata una città o un paese del nord, credete che il governo sarebbe rimasto così indifferente, sino ad arrivare ad una situazione così pericolosa e precaria, soprattutto dal punto di vista igienico-sanitario?

Io non credo. A distanza di 150 anni esistono ancora due regni. Noi la differenza la conosciamo bene, viviamo in quello retrogrado e che nessuno considera, ma che, credo, abbia tanto desiderio di rivincita, perché stanco di restare ai margini.

Con la speranza di un futuro migliore per tutti,
Lauretta Rinauro

Leggi il resto...


di Nino Campisi

Quanto riportato sul quotidiano "La Sicilia" di lunedi 21 Marzo, non fa altro che mettere in evidenza un falso violento pubblico avolese come se fosse accorso numerosissimo a Palazzolo solo per dare sfogo ad una inaudita violenza nei confronti dei netini presenti allo "Scrofani Salustro" per tifare contro l'Avola e dello stesso pubblico casalingo.
Per chi non lo sapesse, il pubblico avolese sta portando a compimento il terzo campionato consecutivo, senza mai lasciare tracce che lo potessero far definire come qualcuno invece vuole far credere.

Mai un accenno di litigio su qualsiasi tribuna abbia occupato, in alcune ha perfino gemellato con i "casalinghi", vedi la scorsa stagione le squadre del catanese, Giarre in Coppa Italia. La stagione in corso ha visto questo meraviglioso pubblico con a capo il gruppo "SEGUACI", invadere Messina, Enna, Vittoria e Adrano, dove ha incontrato altrettanti gruppi di tifoseria organizzata onorando il tifo per il gioco del calcio. Contrariamente potrei accennare qualche episodio increscioso causato da tifoserie ospiti al "Di Pasquale", ma forse susciterei inutili polemiche.

Tornando alla partita contro il Palazzolo, il guarda linee Giuffrida non è stato preso a bersaglio per il gol vittoria dei padroni di casa, ma per essersi reso protagonista di una segnalazione inesistente di fuori gioco di Intagliata che ha capolvolto il fronte dell' azione, passando da un fallo di mani di Berti (Pal) e finendo al gol. Una superficialità da ambedue le componenti della terna arbitrale, per nulla ammissibile in una partita importantissima come lo era Palazzolo - Avola.

Al Sig Giuffrida non è stato lanciato di tutto come scrive Anastasi su "La Sicilia", solo tappi di plastica e qualche bottiglietta vuota e questo lo evidenziano le foto della partita pubblicate dal sottoscritto su Facebook.

Riguardo alle notizie date da Emanuela Tralongo sempre su "La Sicilia", non me ne voglia Emanuela che stimo tantissimo, ma devo dire che si è fidata troppo dai racconti altrui. Nessuna escandescenza da parte del pubblico avolese e nessuna sommossa contro netini e sostenitori del Palazzolo. Alcuni ragazzi di Avola mentre erano a bordo della loro auto che defilava nel traffico di fine della partita, sono stati fatti segno da gesti beffardi da un tizio siracusano con al collo una sciarpa gialloverde, istigando costoro e scendere dall'auto con una conseguente lite sedata immediatamente dai Carabinieri presenti sul posto.

Dulcis in fundo è da definire ridicolo l'annuncio sul cartellone delle notizie importanti davanti all'edicola, che segnalava a caratteri cubitali il pubblico di avola protagonista di tafferugli a Palazzolo.

Che dire, un grazie agli avolesi che da non protagonisti dei fatti spingono comunque a voler attribuire un'immagine di violenza lontana anni miglia da tutti quanti i nostri tifosi (seguaci).

Leggi il resto...