di Paolo Pantano

Il sogno o la follia di Icaro ovvero il senso del limite.

Molti popoli, nazioni, imperi sono scomparsi (assiri, babilonesi, impero romano, maya, fenici, etruschi, civiltà minoica-cretese, isola di Pasqua, ecc.) altri sono sopravvissuti, ma non hanno la potenza di una volta (egizi, greci, ecc.). In biologia alcune specie animali o vegetali non hanno razionalizzato il consumo di risorse ed energetico e si sono estinte o sono in pericolo, così intere comunità umane si sono trovate in difficoltà, altre lo sono tutt'oggi.

Oggi sono predominanti:

1) il paradigma “più produzione, più occupazione, più consumo” e quindi la mistica e frenesia della crescita ad oltranza diventa la religione fideistica del "pensiero unico" della modernità e del progresso.

2) l’affannosa ricerca di energia fossile per sostenere il dogma ideologico della crescita e del P.I.L. (Prodotto Interno Lordo).

Ma le risorse non sono illimitate, le risorse genetiche sono un bene non rinnovabile, il loro impoverimento e parimenti la regressione degli ambienti naturali costituisce una condizione di rischio per il mantenimento della vita sul nostro pianeta. Il peggioramento complessivo della qualità della vita, la maggiore vulnerabilità nei confronti dei fattori esogeni, l’inurbamento forzato delle popolazioni sono costi non indifferenti; la dissipazione di energia e il degrado ambientale diventano, inoltre, sempre meno sopportabili per le comunità e significa non più solo consumare la rendita, ma bensì il capitale di ciò che abbiamo avuto dai nostri padri e che abbiamo il dovere di lasciare ai nostri figli.

La domanda che si impone è: vi è un futuro per gli esseri viventi? Quali condizioni di vita ci saranno? Vi sono rischi per le popolazioni, visti i ritmi di crescita? Vi è un limite a tutto ciò o bisogna spingersi in volo anche se le ali sono di cera?

Forse per la prima volta nella storia si è generata una società priva del senso del limite. Ma una civiltà che pretende di abolire il limite è perduta, non solo perchè non riconosce i confini ecologici e sociali, ma perchè smarrisce, come Icaro, il senso che solo il limite può attribuirle? Cos' era Icaro, un folle, un ambizioso, un eroe, un ingenuo, un illuso, o altro? cos' è oggi il genere umano?

Scorrendo i quotidiani o vedendo i telegiornali, ciò che avviene oggi nel mondo spesso ci inorridisce, la realtà supera la fantasia horror. Come un vento catabatico gli avvenimenti trascinano verso giù l’ anima del mondo e la natura che ci circonda. Si compie ogni giorno nel canale di Sicilia la tragedia dei profughi, sfollati, esiliati, rifugiati e migranti; torture vengono inflitte a bambini, donne, uomini ed animali in varie parti del mondo; devastazioni ambientali imperversano sempre più intense e numerose; il degrado delle coscienze ed i falsi valori ammorbano la società. L’ossessione manichea, dogmatica e, questa sì, ideologica dei fautori della crescita ad ogni costo e l’idolatria del P.I.L. e quindi consumismo esasperato, individualismo, affarismo ed edonismo (per cui molti ragazzi di oggi aspirano a fare i calciatori e le ragazze, le veline) immola sull’ altare i valori della sobrietà e della solidarietà.

Paolo Pantano

2 commenti

  1. Anonimo // 5 ottobre 2008 alle ore 04:11  

    Le soluzioni esistono e sono molte(me interesso parecchio).Bisogna mettere in giro le invenzioni di persone come Tesla che 100 anni fa(negli anni'50,'60,'70,'80 qualcuno ce lo ha ricordato)aveva risolto il problema dell'energia con delle invenzioni donate all'umanità ma prontamente messe sotto chiave.Personalmente mi diverto a trovare bulloni in giro x produrre idrogeno e consiglio vivamente il sito dove scrivo(come GAMMAGAMMA)che è TWILIGHTSCIENCE.
    Se stai leggendo questo messaggio sei proprio fortunato!
    Superpippo dal futuro-passato-dimenticato

  2. Nino Campisi 1958 // 9 ottobre 2009 alle ore 18:08  

    Icaro possiamo ritenerlo un ambizioso,perchè voleva provare le sue ali.Ma oggi cos'altro ancora dobbiamo provare?Stiamo solo discendendo la parabola per il ritorno all'ominide,rinnegando i valori che l'uomo razionalmente aveva conquistato

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