di Giovanni Amenta
L’invito a riflettere su alcuni passaggi citati nell’articolo sotto riportato (link), ma anche per stimolare una lettura approfondita dell’enciclica di Benedetto XVI 'Caritas in veritate', vi troverete modernità e realismo sociale oltre ad una grande sensibilità sociale. Tutto ciò per dimostrare che attraverso che per mezzo della fede si può diffondere il senso etico della vita e ritrovare moralità e valori oramai persi nella profondità della nostra coscienza.
Il sociale e la fede in questa enciclica vanno di pari passo e si dimostra che attraverso la Chiesa si può essere presenti nella vita quotidiana e far sentire la voce di un nuovo Umanesimo.
Ritengo, che, anche attraverso l’impegno sociale e politico dei cattolici si può uscire dal degrado e ritrovare il senso della “res publica”, anche se non basta militare in un partito che si professa cattolico per attuare i valori propri del cattolicesimo, se poi, siamo costretti ad assistere ad interventi o verificare con gli atti che, i c.d cattolici si adeguano ai non valori della politica (politica intesa come interesse per la comunità in cui si opera) vedi proposta delle ronde!
Nell’enciclica papale si vive da una nuova visuale la realtà socio-politica che stiamo attraversando e che aiuta a riflettere e a ritrovarsi!
Così per chi nega la posizione della Chiesa nel caso della ipersessualità del Presidente del Consiglio ricordo che le parole severe contro Berlusconi sono state pronunciate dal segretario generale della Cei, il vescovo Mariano Crociata: "Assistiamo a un disprezzo esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo e allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile che invera la parola lussuria. Nessuno deve pensare che in questo campo non ci sia gravità di comportamenti o che si tratti di affari privati. Soprattutto quando sono implicati minori, cosa la cui gravità grida vendetta al cospetto di Dio".
Con cordialità,
Giovanni Amenta
Link: Bagnasco: "Degrado politico e crisi perché mancano progetti ed etica"
Avv. Amenta,
COMPRENDIAMO IL SENSO DEL MESSAGGIO E LA RINGRAZIAMO, tuttavia ci sentiamo sottolineare quanto segue:. . .
Gesù fu molto severo, riguardo i teologi del tempo: ". . Maestri del nulla, non entrate voi, nè fate entrare gli altri. ." o qualcosa di simile. Temiamo che purtroppo, da quel punto di vista, la storia si è sempre ripetuta. Gesù fu radicale in ogni cosa che fece, persino al giovane ricco convinto di stare già osservando la legge e di essere perciò pronto a seguirlo rispose mettendolo davanti ai suoi veri attaccamenti: ". . .ti manca ancora una cosa. . va vendi tutto ciò che hai . . .e poi torna e seguimi".
Cosa vogliamo dire con ciò: "Non è votandoci alla miglior dottrina che evolveremo a quotidianità migliore, ma acquisendo consapevolezza dei nostri attuali, individuali legacci, ed in questa autoscoperta il prete o la Scrittura, a parte una generalmente superficiale fascinazione, possono fare ben poco; d'altra parte il prendere effettiva autoconsapevolezza riguardo la propria, attuale e reale situazione spirituale è davvero arduo, tanto che Gesù ebbe a dire: "chi non prende il suo palo di tortura . . chi non rinnega se stesso e mi segue non è degno di Me". Un Me che non vuol dire ego ma VITA . .
Questo a scanso di facili illusioni ed evasioni. Cordialmente