Sono passati 15 anni da quel maledetto 19 luglio del 1992, giorno in cui fu ucciso Paolo Borsellino. Era domenica, quando prima delle 17:00 il giudice con la sua scorta si erano recati a casa della madre.. in via D'Amelio era gia' tutto pronto, ad attenderli.. una "Fiat 126" carica di tritolo. Quel giorno morirono anche cinque agenti della sua scorta: Emanuela Loi, Walter Cusina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.

Gli effetti dell'esplosione furono apocalittici



cosi' come lo furono nella strage di Capaci (23 Maggio 1992), quando fu ucciso il giudice Giovanni Falcone insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.



Cosa Nostra utilizzo' tutto quel materiale esplosivo come per voler cancellare ogni traccia, per eliminare ogni residuo che questi uomini avessero potuto lasciare.. non ci e' riuscita! L'effetto e' stato contrario, e' come se da quei luoghi si fosse levato un grido che intendeva svegliarci, un grido disperato che ci ha reso tutti coscienti del fatto che la Mafia esiste e dobbiamo combatterla!

Come lo stesso Paolo Borsellino ha detto:

La lotta alla Mafia.. non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolga tutti, che tutti abitui a sentire la bellezza del freco profumo di liberta' che si oppone al puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguita' e, quindi, della complicita'.








Il nostro è un paese senza memoria e verità, ed io per questo cerco di non dimenticare "Leonardo Sciascia"

Vedi anche Per non dimenticare #1

2 commenti

  1. Salvatore Grande // 19 luglio 2007 alle ore 21:29  

    Oggi ricorre l’anniversario della strage di mafia avvenuta a Palermo in via D’Amelio in cui perdette la vita il Giudice Paolo Borsellino insieme alle persone della sua scorta e bene ha fatto Margaret a ricordare detto tragico evento richiamando le parole del Giudice ucciso.
    Ritengo che le commemorazioni non possono restare fine a se stesse.
    Mi chiedo e chiedo ai lettori di questo blog fino a che punto nella nostra realtà politica-sociale-economica ci opponiamo alla criminalità, alla corruzione, alle illegalità e cerchiamo di diffondere la cultura della legalità che è il presupposto della vera democrazia?
    Facciamo la nostra parte per creare quel movimento culturale, morale e religioso di cui parlava Paolo Borsellino.
    La memoria deve servire per creare impegno.

  2. ATTILA // 20 luglio 2007 alle ore 12:03  

    forse è vero che le commemorazioni servono a poco se non sono seguite da impegni ben precisi ed è per questo che volevo segnalare l'attività di LIBERA che si occupa di lotta alla mafia con interventi anche di formazione per le scuole, coivolgendo alunni e docenti per una effettiva presa di coscienza sul fenomeno mafioso per una crescita socio-culturale che è indice di libertà e base della democrazia

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