Purtroppo non è andata come si sperava la campagna estiva 2008 A..mare AVIS, e per di più i dati raccolti sono al di sotto della campagna dello scorso anno - comincia così il comunicato stampa di Avis Avola divulgato da Matteo Inturri.

  • agosto 2008 nero per l'Avis di Avola
  • agosto 2008 n. 37 donazioni di cui solo 5 prime donazioni
  • agosto 2007 45 donazioni di cui 11 prime donazioni

è fondamentale continuare a lottare contro l'indifferenza, ecco perchè rinnoviamo con forza gridando l'appello ... svegliamoci!

Il grido è rivolto:

  • a tutte le parrocchie
  • a tutte le associazioni di volontariato
  • ai medici di famiglia
  • ai docenti e studenti delle scuole superiori
  • al Sindaco e agli Amministratori Comunali

anzichè quasi "snobbare" i nostri ripetuti appelli e le nostre varie proposte facendone quasi una questione personale, dateci priorità nelle scelte.

  • a tutti i soci Avis Avola

Nel fronteggiare l'emergenza l'Avis di Avola fa suo il concorso nazionale "Troppo Bello" lanciato dal duo cabarettistico di Zelig Ale e Franz. Concorso di creatività online, in cui ciascuno, studente o meno, è chiamato a sbizzarrirsi creando, con immagini inedite o libere da diritti delle presentazioni di power point, da pubblicare in rete.

L'obiettivo ultimo di ogni attività di propaganda in Avis è avvicinare al volontariato e, nello specifico, alla donazione di sangue da parte di tanti giovani avolesi.

La donazione del sangue è una scelta che cambia la vita!

2 commenti

  1. Bonelli ° www.cavagrande.altervista.org ° // 10 settembre 2008 alle ore 17:39  

    Caro Matteo, purtroppo più va avanti il tempo e più mi rendo conto che certi valori non valgono granchè per la collettività. Donare il sangue in una società in cui vale la legge del più forte è un gesto in via di estinzione. Sono sempre meno i volontari delle associazioni ONLUS di qualsiasi natura e le parrocchie si stanno spopolando; di contro si riempiono le palestre, i centri sportivi, i calcetti... Oddio con questo non voglio dire che non bisogna fare sport, per carità. Solo che questa "migrazione" denota, per certi versi, la necessità di affermare, anche fisicamente, sè stessi. Perchè in questa società è più importante essere aitante, bello, in forma, salutivo,... Sacrosanta la voglia di esserlo. Ma chi sta peggio di noi, chi è più debole, i malati, gli emarginati, perchè non debbono avere una vita normale come la nostra? "Chi è più debole diventi sempre più debole, chi se ne frega?"
    In una condizione del genere, come dici bene tu stesso, caro Matteo è giunto il momento che tutte le forze sociali si facciano un esame di coscienza e ripartano da zero in una azione radicale di sensibilizzazione. Si esca dalle sacrestie, dalle sedi delle associazioni, dagli uffici; le scuole rivedano il proprio modo di insegnare (le insegnanti di una volta che venivano a fare lezione con la sciallina che fine hanno fatto? Oggi le insegnanti vengono a scuola come se stessero andando a fare una sfilata di moda! E appena aprono bocca è più il danno che fanno agli alunni, altro che insegnamento!). I politici anzichè litigare se è più giusto fare la coalizione con tal partito o tal altro, o se è meglio andare a governare o fare da opposizione, forse sarebbe più politica (nel vero senso della parola, i nostri politici, sia locali che nazionali, hanno dimenticato cosa significa la parola "politica"), forse dovrebbero trovare, almeno nel campo sociale, un punto di incontro per la risoluzione della grave carenza umanitaria dei cittadini (e non esagero quando dico GRAVE CaRENZA, sono i dati che parlano).
    Ieri, come sai caro Matteo, sono diventato papà di una bellissima bambina e, se devo esser sincero, sono preoccupato perchè so che crescerà in un tessuto sociale privo di quei fondamenti umanitari di un tempo. Potrò agire a livello familiare, ma sarà fortissimo l'impatto della società.
    Qualcuno mi criticherà accusandomi di eccessiva visione catastrofica. Forse il mio è un pessimismo accentuato, ma i dati e l'andamento della società è sotto gli occhi di tutti. Questi occhi apriamoli e iniziamo a gridare al mondo intero il nostro sdegno e a denunciare tutto ciò che non va per il futuro dei nostri figli.

  2. Anonimo // 12 settembre 2008 alle ore 15:52  

    sono uno di quei 37 e ho sentito il medico che mi ha fatto il prelievo lamentarsi della situazione avolese. Detto che donare il sangue è un atto di meravigliosa generosità e condannando l'indifferenza generale, mi permetto di consigliare iniziative a pioggia per sensibilizzare l'opinione pubblica. Le persone devono sapere che il sangue che donano potrebbe servire ai propri figli, cugini, amici.....

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