Giovedì sera l'incontro, con Roberto Alosi (seg. Prov. Cgil scuola) tenutosi ad Avola al palazzo di città, organizzato dal Circolo 2 Dicembre '68, ha attirato l'attenzione di tante persone.
Fin ora ci si chiedeva come mai quasi nessuno avesse manifestato il proprio disappunto sulla innovazione che il Ministro Gelmini porterà nelle scuole e nelle famiglie italiane, attraverso tagli non solo all'istruzione ma anche alle tasche delle famiglie nelle quali molti si ritroveranno disoccupati!
L'incontro è stato promosso dal Circolo 2 Dicembre '68 un circolo socio politico che si muove da quasi un anno nella città di Avola e che partendo dai principi ed ideali propri del partito democratico, all'interno della cittadina vuole aprirsi e dare voce e spazio a tutti coloro, che indipendentemente dalla loro appartenenza partitica desiderino condividere gli ideali di centro-sinistra e fare opposizione.
Ad aprire il dibattito sono stati Paolo Randazzo e Lauretta Rianuro, in qualità di Coordinatore e Presidente del Circolo 2 dicembre '68, i quali hanno sottolineato rispettivamente:
- il fine assolutamente politico dell'incontro, la necessità di far fronte comune nell'opporsi a quella grossa fetta del mondo politico che tra i suoi obbiettivi non pone il benessere della popolazione;
- la necessità di mettere in luce i problemi che la riforma Germini creerà, oltre a voler sopperire alla scarsa informazione dei media.
E' stato invitato a presiedere il dibattito Roberto Alosi (seg. Prov. Cgil scuola) il quale inizia la discussione mettendo in rilievo alcuni punti salienti del problema:
“la prima manovra incisiva è quella fatta dal Ministro Brunetta che colpisce i dipendenti statali ma novra qualificata di “econimia sociale”, che ha il solo fine di creare un clima culturale viziato dalla falsità che i dipendenti della pubblici sono dei fannulloni.
Questa economia sociale viene poi effettuata attraversi l'economia della conoscenza, solo il principio che i dipendenti pubblici sono dei fannulloni può giustificare il ritorno del maestro unico voluto dalla Germini, tuttavia, questa è una delle tante forme di copertura del rientro econimico ordinato dal suo governo che dovrà portare come risultato 7,8 miliardi di risparmio.
La rivoluzione scolastica non si ferma al maestro unico, altro cambiamento è la riduzione dell'orario scolastico, 24 ore settimanali rispetto alle precedenti 30 ore comporteranno la cancellazione di migliaia di posti di lavoro, soltanto a Siracusa 554 insegnanti resteranno senza lavoro, senza considerare i precari che sono stati tutti eliminati.
E' stata presentata una bozza alle associazioni sindacali nella quale è prevista un offerta di 30 a 40 ore settimanali , il tutto risponde alle esigenze delle regioni settendrionali Torino, Milano, Brescia, rappresentate da Bossi e dai leghisti , molti influenti nell'attuale governo Berlusconi, dove il tempo piene nelle scuole risponde all'esigenza della maggior parte delle famiglie.
Quindi il ministro presenta un offerta di ore scolastiche corrispondente ad un orario pieno, il tutto però, con lo stesso risultato in termini di risorse economiche, ciò significa che questo è provvedimento ANTIMERIDIONALISTICO, perché in quanto le regioni del sud lo pagheranno due volte, perché non dispongono delle stesse risorse economiche delle regioni del nord, ottenendo una scuola pubblica ridotta all'osso.”
Roberto Alosi termina il suo intervento invitandoci a dimostrare il nostro dissenso, ad indignarci partecipando alla manifestazione di oggi e ai futuri scioperi organizzati.
Altri punti salienti della riforma:
Niente più esperti di lingua inglese alle elementari, con brevi corsi saranno direttamente i maestri ad insegnare la lingua straniera;
la sostituzione della valutazione con il voto numerico;
la valutazione del comportamento ( sotto il 6 in condotta si attuerà la bocciatura)
Nota dolens è poi per gli insegnanti del sud l'essere stati denigrati del Ministro, laddove lo stesso ha affermato che le statistiche confermano qui un apprendimento più basso degli alunni, per cui i docenti andrebbero meglio formati.
Che senso ha un' affermazione tale, quando tutti sappiamo che la maggioranza dei docenti del sud insegna al nord e che se il livello degli alunni è davvero più alto, lo è proprio per le qualità del docente?
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